venerdì, 27 Giugno 2025
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25 Anni di Cooperazione Adriatico-Ionica: Un Modello per i Balcani

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Venticinque anni dalla storica dichiarazione di Ancona, pietra miliare per la cooperazione transnazionale nell’area adriatico-ionica: la Mole Vanvitelliana, simbolo della città marchigiana, ha fatto da cornice a un evento di rilevanza strategica, celebrando un percorso istituzionale e commerciale avviato nel 2000 e tessuto con gli sforzi congiunti di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia, arricchito poi dall’adesione di Serbia, Montenegro, San Marino e Macedonia del Nord. L’iniziativa adriatico-ionica (Iaa), nata con l’ambizione di superare le divisioni storiche e geografiche, si pone come modello di governance multilaterale in un contesto geopolitico spesso segnato da conflitti e rivalità.La conferenza, promossa dal Comune di Ancona, dall’Iniziativa Adriatico Ionica, dalla Regione Marche, dalla Camera di Commercio delle Marche e dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale, ha rappresentato un’occasione per ripercorrere le tappe fondamentali di questo percorso, analizzando i successi conseguiti e le sfide ancora da affrontare. I saluti istituzionali del sindaco Daniele Silvetti e del segretario generale dell’Iaa, Giovanni Castellaneta, hanno sottolineato l’importanza di questa cooperazione, non solo in termini economici, ma anche come strumento di pacificazione e dialogo tra popoli.Castellaneta ha evidenziato come i primi venticinque anni di Iaa abbiano contribuito a costruire un ambiente di sviluppo sostenibile, mitigando i rischi di conflitto e favorendo la comprensione reciproca. Pur riconoscendo che alcune problematiche irrisolte, come la situazione del Kosovo e le tensioni persistenti in Bosnia ed Erzegovina, continuino a pesare sul panorama regionale, il segretario generale ha riaffermato l’imperativo di proiettare lo sguardo verso il futuro, con l’obiettivo di promuovere un’integrazione europea più rapida e profonda per i Paesi dei Balcani. Questa integrazione non è concepita solo come un processo economico, ma come un’opportunità per affrontare, in sinergia, le sfide globali che attendono l’Europa, dalla crisi climatica alla transizione energetica, dalla gestione dei flussi migratori alla sicurezza.Il programma della conferenza ha previsto una pluralità di focus tematici. Un’attenzione specifica è stata dedicata alle politiche europee, analizzando come le nuove priorità dell’UE, come la transizione verde, la digitalizzazione e la resilienza, possano essere declinate a livello regionale, tenendo conto delle specificità e delle esigenze dei territori adriatico-ionici. Un altro focus ha riguardato la cooperazione transnazionale tra i Paesi che si affacciano sui mari Adriatico e Ionio, esplorando nuove forme di collaborazione in settori chiave come la pesca, l’agricoltura, il turismo e i trasporti. Particolarmente rilevante è stata l’attenzione riservata al ruolo attivo della società civile nel processo di integrazione europea, riconoscendo l’importanza delle organizzazioni non governative, delle associazioni di categoria, delle reti di volontariato e dei movimenti civici come motori di cambiamento e come interlocutori privilegiati per le istituzioni pubbliche. La conferenza, in definitiva, ha rappresentato un momento di riflessione e di ripartenza, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione adriatico-ionica e di proiettarla verso nuove frontiere, in un contesto globale sempre più complesso e incerto. L’eredità di Ancona, dunque, continua a ispirare un futuro di prosperità e di pace per l’intera regione.

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