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Amianto a Monteciccardo: Urgente Indagine Regionale e Bonifica

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La persistente emergenza ambientale e sanitaria legata alla presenza di amianto nel sito abbandonato di Monteciccardo, nel comune di Pesaro, rappresenta una grave anomalia amministrativa e un potenziale pericolo per la collettività, sollevando interrogativi urgenti sulla responsabilità e l’efficacia delle azioni intraprese a livello regionale e locale.

Su impulso di Gianluca Carrabs, esponente nazionale di Europa Verde, e Sabrina Santelli, co-portavoce di Europa Verde Marche, il consigliere regionale Andrea Nobili (Avs) ha formalmente richiesto alla giunta regionale un intervento immediato, innescando un’indagine approfondita sulle cause del protrarsi di una situazione inaccettabile.
L’area, un immobile in stato di marcato degrado, manifesta segni di profonda trascuratezza: la copertura in amianto, parzialmente crollata, giace disseminata sul terreno, creando una potenziale fonte di contaminazione facilmente accessibile a persone di ogni età.
La presenza di vernici, solventi e altri materiali potenzialmente pericolosi, abbandonati in maniera indiscriminata da oltre un decennio, aggrava ulteriormente il quadro, configurando una vera e propria criticità per la salute pubblica.
L’attenzione sulla questione era già stata focalizzata in precedenza: a seguito di un sopralluogo, il deputato di Avs, Francesco Borrelli, aveva presentato un’interrogazione parlamentare, evidenziando la gravità della situazione e sollecitando un intervento a livello nazionale.

Questo dimostra come l’abbandono di un sito industrializzato in questo modo non sia un problema locale, ma un segnale di una gestione inadeguata del rischio ambientale su scala più ampia.
La gravità del caso trascende la semplice questione della bonifica.

Essa incarna una falla nel sistema di governance ambientale, dove l’inerzia amministrativa rischia di compromettere la salute dei cittadini e di generare danni irreparabili all’ecosistema.
La normativa vigente attribuisce a Comuni e Regioni la responsabilità di intervenire in casi di rifiuti pericolosi quando i responsabili non sono identificabili o non adempiono agli obblighi di legge.
Tuttavia, l’immobilismo dimostrato finora mette in discussione l’effettiva applicazione di tali strumenti.
L’urgenza di un’azione coordinata è imperativa.
Non si tratta solo di bonificare l’area, rimuovendo l’amianto e gli altri materiali pericolosi, ma di ripristinare un senso di sicurezza e fiducia nella capacità delle istituzioni di tutelare la salute pubblica.

È necessario un’indagine approfondita per determinare le responsabilità, individuare i proprietari dell’area e garantire che i costi di bonifica siano a carico dei soggetti inadempienti.

Parallelamente, occorre rafforzare i controlli e le misure di prevenzione per evitare che situazioni simili si ripetano in altre aree del territorio regionale.
La tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente richiedono un impegno continuo e una risposta tempestiva, altrimenti il rischio è quello di compromettere il futuro delle comunità locali e di erodere la fiducia dei cittadini.

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