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Ancona e Perugia: un impegno comune per pace e diritti umani

Nel cuore dell’Umbria, a Perugia, si è svolto un significativo incontro che ha visto la città di Ancona proiettarsi verso un orizzonte di impegno globale per la pace e i diritti umani.

Il presidente del Consiglio comunale anconetano, Simone Pizzi, ha portato il saluto del sindaco Daniele Silvetti e dell’intera assise cittadina al Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, un’occasione cruciale per rinsaldare legami e confrontarsi su sfide complesse.

L’evento ha offerto un’opportunità di dialogo preziosa con il sindaco di Betlemme, Maher Nicola Canawati, un leader che incarna in prima persona la lotta per la giustizia e la dignità umana in un contesto geopolitico particolarmente delicato.

Il confronto si è focalizzato su modelli di cooperazione internazionale, esplorando modalità concrete per rafforzare il sostegno alle comunità vulnerabili e promuovere lo sviluppo sostenibile, elementi imprescindibili per una pace duratura.
L’intervento di Pizzi, intitolato “Pace e Fraternità: un impegno quotidiano”, ha trascendentato la mera retorica, proponendo una riflessione profonda e stratificata.
Attingendo a un patrimonio di pensiero umanitario universale, Pizzi ha richiamato la saggezza di figure illuminanti come Giorgio La Pira, precursore di un pensiero politico animato da una profonda spiritualità; papa Leone XIII, che con la sua enciclica *Rerum Novarum* ha posto le basi di una dottrina sociale volta a promuovere la giustizia e l’equità; e Francesco d’Assisi, esempio vivente di compassione e impegno verso i più deboli.

Per Pizzi, la pace non è un auspicio astratto, ma una costruzione attiva che si radica nella cura del prossimo, nella giustizia sociale e nel rispetto per il creato.

Il presidente ha sottolineato come ogni amministrazione, ogni comunità, rappresenti un microcosmo di possibilità, un “laboratorio di pace” dove si possono sperimentare modelli innovativi di convivenza.

Questo implica scelte consapevoli in materia di tutela ambientale, servizi inclusivi che non lascino indietro nessuno, un’educazione alla cittadinanza globale nelle scuole e la riconquista delle piazze come luoghi di incontro e dialogo, spazi di aggregazione che contrastino la frammentazione sociale e l’intolleranza.
Si tratta di un impegno che va oltre la semplice adesione a principi nobili, richiedendo un cambiamento profondo di mentalità e di pratiche amministrative.

Il richiamo finale alla marcia Perugia-Assisi, tradizionale manifestazione di fratellanza, ha assunto un significato ancora più intenso.
“Non è sufficiente professare la fede nella pace,” ha affermato Pizzi, “è imperativo preparare il terreno, tracciare i sentieri con le nostre azioni, con la cura e la dedizione che derivano da un cuore animato dalla compassione e dalla giustizia.
” Un invito a tradurre l’aspirazione alla pace in un impegno concreto, quotidiano, che coinvolga ogni cittadino e ogni istituzione.

La marcia non è solo un evento, ma un simbolo tangibile della speranza e della volontà di costruire un futuro di pace e di giustizia per tutti.

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