Un grido di speranza e di denuncia si è levato da Ancona, un’eco di risentimento e di urgenza che riflette le preoccupazioni di una generazione.
La manifestazione, animata da studenti e realtà studentesche come Gulliver, Udu Ancona e Urbino, Officina Universitaria, la Rete degli Studenti Medi delle Marche e Metropolis, ha voluto simbolicamente contrapporre due visioni del futuro: un futuro investito nel potenziale umano, nell’acquisizione del sapere, e uno condizionato da logiche autoritarie e militari.
Il messaggio, sintetizzato in uno striscione lapidario – “Soldi al sapere, no alle armi” – non è solo una richiesta di riprioritàzizzazione delle risorse pubbliche, ma una critica radicale a un modello di sviluppo che sacrifica l’istruzione sull’altare della sicurezza nazionale e della conformità.
La riforma universitaria in corso, percepita come un tentativo di imbrigliare il sapere a fini precostituiti, e una scuola che, secondo gli studenti, si orienta verso un approccio punitivo e dogmatico, sono al centro della contestazione.
Le istanze emerse dalla mobilitazione delineano un quadro ambizioso e necessario per il futuro dell’istruzione italiana.
L’aumento della spesa pubblica per il settore, portandola almeno al 5% del Prodotto Interno Lordo, rappresenta la base per un investimento strutturale e duraturo.
La gratuità dei libri di testo e del materiale didattico, un onere finanziario spesso insostenibile per le famiglie, è un passo fondamentale per garantire l’effettiva parità di accesso all’istruzione.
Parallelamente, si richiede un intervento concreto per migliorare le condizioni di vita degli studenti universitari, con investimenti mirati a mense e alloggi dignitosi.
L’attenzione alla salute mentale, un tema sempre più urgente nella società contemporanea, si traduce nella richiesta di sportelli psicologici di base all’interno di ogni scuola e ateneo.
Questa misura non è vista come un lusso, ma come un servizio essenziale per supportare il benessere psicologico degli studenti, spesso esposti a pressioni e stress crescenti.
Infine, la rivendicazione di un piano strutturale per la riqualificazione del Trasporto Pubblico Locale non è solo una questione di mobilità, ma un elemento cruciale per l’accessibilità all’istruzione, soprattutto per gli studenti provenienti da aree periferiche o con difficoltà economiche.
Gli studenti non si accontentano di un modello educativo che perpetua disuguaglianze e premia la sottomissione.
Rivendicano università e scuole autonome, spazi di pensiero critico e di libera espressione, sottratti alla logica del controllo e della repressione.
Riconoscono, con lucidità, il legame tra le politiche repressive in ambito educativo e la deriva bellica e autoritaria che percepiscono nel governo attuale.
Questa opposizione non è solo una battaglia per il diritto allo studio, ma una rivendicazione di un futuro basato sulla giustizia sociale, sulla libertà di pensiero e sulla pace.
“Non fermerete il vento”, una promessa di resilienza e di impegno continuo, suggella la determinazione di una generazione che rifiuta di rinunciare al proprio diritto a un futuro migliore.







