Ancona, custode silenziosa di memorie dolorose, ha commemorato l’81° anniversario della Liberazione dal dominio nazifascista, un evento cruciale che segnò la fine di un capitolo di sofferenza e l’inizio di una faticosa ricostruzione.
Le celebrazioni, incentrate sul tema imprescindibile della pace, si sono svolte in luoghi simbolici: Porta Santo Stefano, varco che ha visto il passaggio di truppe alleate, e il Parco del Pincio, spazio dedicato alla riflessione e al ricordo.
Il sindaco Daniele Silvetti ha aperto la commemorazione con un discorso intenso, evocando il prezzo elevato che Ancona ha pagato per la sua posizione strategica, un crocevia di interessi bellici che ne ha determinato un martoriamento prolungato.
I bombardamenti, le perdite umane, le ferite ancora aperte nella memoria collettiva: un retaggio pesante che il sindaco ha riconosciuto con profondo rispetto, sottolineando come la Liberazione non rappresenti solo un evento storico, ma una ferita ancora viva nel tessuto sociale.
Ha poi espresso la gratitudine della città verso il popolo polacco, protagonista silenzioso e determinato nella liberazione di Ancona, un gesto di fratellanza che trascende i confini nazionali e si eleva a simbolo di solidarietà umana.
Il legame che unisce le due nazioni, forgiato nel fuoco della guerra e cementato dalla condivisione di valori comuni, è stato definito un modello da seguire, un’aspirazione per un futuro di armonia e cooperazione tra tutti i popoli del mondo.
La pace, infatti, non è un dono divino, ma il risultato di un impegno costante, un percorso arduo che richiede dialogo, comprensione reciproca e la capacità di superare le divisioni.
Tamara Ferretti, rappresentante dell’ANPI Ancona, ha riaffermato l’importanza di mantenere viva la memoria della Resistenza, non per alimentare rancori o rivendicazioni, ma per trarre insegnamento dal passato e rafforzare l’impegno per la giustizia sociale e la democrazia.
La Resistenza, con le sue sofferenze e i suoi sacrifici, rappresenta un patrimonio inestimabile da preservare e trasmettere alle future generazioni.
Ryszard Schnepf, capo missione della Repubblica di Polonia a Roma, ha concluso la commemorazione con un appello all’azione.
In un mondo ancora tormentato da conflitti e ingiustizie, la richiesta di pace assume un’urgenza ancora maggiore.
La pace non è un concetto astratto, ma un obiettivo concreto che richiede un impegno quotidiano, una vigilanza costante, la capacità di contrastare l’odio e l’intolleranza.
È un dovere morale per ciascuno di noi, un investimento per le generazioni future, un atto di speranza in un domani più giusto e pacifico.
La memoria della Liberazione, quindi, deve essere un monito costante, un invito a costruire un mondo in cui la guerra sia un ricordo sbiadito e la pace sia una realtà condivisa.