La recente ondata di proposte per impianti eolici di grandi dimensioni sugli Appennini ha scatenato un acceso dibattito in Consiglio Regionale, culminato in una mozione unanime che esprime una ferma opposizione all’invasione di turbine giganti sui rilievi montani. L’iniziativa, promossa dal consigliere regionale Giacomo Rossi (Civici Marche), ha ricevuto il sostegno di tutte le forze politiche, un segnale di convergenza che sottolinea la sensibilità diffusa verso la salvaguardia del territorio.La mozione nasce in seguito alla sentenza del TAR Lazio, che impone al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica una revisione urgente del Decreto sulle Aree Idonee. Questo provvedimento, in linea con la normativa europea, richiede criteri uniformi a livello nazionale, limitando l’autonomia regionale nella definizione delle zone adatte all’installazione di impianti eolici. Il Governo è ora chiamato a rispondere, e la mozione marchigiana rappresenta un monito: una difesa attiva del paesaggio appenninico di fronte a progetti che ne minacciano l’integrità.L’installazione indiscriminata di mega-eolico non è solo una questione estetica, ma un impatto diretto sullo sviluppo economico locale, in particolare sul comparto turistico, profondamente legato alla bellezza e all’autenticità del paesaggio montano. La mozione non intende negare la necessità di una transizione energetica verso fonti rinnovabili, ma denuncia l’assenza di un approccio sostenibile che concili le esigenze energetiche con la tutela ambientale e socio-economica.Come evidenziato da studi del CNR e dell’ISPRA, esistono soluzioni alternative che possono garantire il raggiungimento degli obiettivi europei senza compromettere l’identità dei territori appenninici. Tra queste, l’utilizzo di aree industriali dismesse e capannoni abbandonati per l’installazione di impianti fotovoltaici, o lo sviluppo di parchi eolici offshore, lontani dalla costa e quindi invisibili. Queste opzioni permetterebbero di sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili minimizzando l’impatto visivo e ambientale.La mozione del Consiglio Regionale delle Marche è quindi un appello al Governo affinché non abbandoni le comunità appenniniche e adotti politiche energetiche responsabili, che valorizzino le risorse locali e preservino il patrimonio naturale e culturale. È cruciale, ora, un impegno costante e coordinato da parte dei rappresentanti regionali a Roma, e un coinvolgimento attivo di tutte le forze politiche, per garantire che la transizione energetica non si traduca in una distruzione del paesaggio e in una perdita di identità per le popolazioni montane. Il futuro delle Marche, e di tutti gli Appennini, è in gioco.
Appennini a rischio: il Consiglio Regionale dice NO al mega-eolico
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