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domenica 9 Novembre 2025

Ascoli Piceno: il centro storico agonizza, tra cantieri e varchi.

L’agonia del centro storico di Ascoli Piceno si fa sentire, un brusio di insoddisfazione che si propaga tra i suoi abitanti e anima le discussioni pubbliche.
La situazione attuale, definibile più che una fase di transizione, una vera e propria crisi di vivibilità, è il risultato di scelte urbanistiche frammentate e di una gestione della mobilità urbana che appare più reattiva che proattiva.
Il quadro è segnato da cantieri prolungati, una progressiva erosione del diritto alla sosta per i residenti e l’introduzione di sistemi di controllo accessi – i varchi elettronici – implementati con una pianificazione che lascia pesanti interrogativi.

Il consigliere comunale Gregorio Cappelli, voce esponente della lista Ascoli Bene Comune, ha sollevato un campanello d’allarme significativo, denunciando un approccio che sconfina nell’improvvisazione, privo di una visione strategica complessiva.
La scomparsa di decine di posti auto riservati ai residenti, soppiantati da aree a pagamento o inutilizzate a causa di lavori interminabili, è percepita come una gravissima ingiustizia, erodendo il tessuto sociale e commerciale del centro storico.

La sensazione diffusa è quella di una gestione caotica, che alimenta frustrazione e risentimento tra chi, quotidianamente, vive e lavora in queste zone.
L’introduzione di ulteriori restrizioni alla circolazione, come i varchi, senza aver precedentemente affrontato le criticità strutturali legate alla sosta e alla connessione con i sistemi di trasporto alternativi – le navette – rischia di determinare un effetto domino deleterio, incentivando la desertificazione del cuore urbano.

L’eco di questa preoccupazione si amplifica sui social media, dove i cittadini condividono esperienze di una città resa inaccessibile da cantieri disseminati, percorsi complicati e parcheggi ormai irraggiungibili.

Anche il mondo dell’imprenditoria locale esprime forte apprensione, temendo un ulteriore, e potenzialmente fatale, calo di affluenza.

L’inattesa frenata del sindaco Marco Fioravanti, pochi giorni fa, in merito alla possibilità di acquisire la gestione dei parcheggi da parte del Comune, aggiunge un ulteriore tassello a questo quadro di incertezza.

Un’operazione inizialmente presentata come una soluzione mirata, ora si scontra con la mancanza di elementi certi, testimoniando l’assenza di una linea politica coerente e condivisa per il futuro della città.

La questione non si limita alla gestione della sosta, ma riflette una più ampia crisi di visione urbana, che richiede un ripensamento radicale delle priorità e un dialogo aperto e inclusivo con tutti gli stakeholder, per evitare che il cuore pulsante di Ascoli Piceno si trasformi in un guscio vuoto, un monumento al disinteresse e all’incuria amministrativa.
Il rischio è quello di una città sbiadita, incapace di attrarre residenti, visitatori e imprese, condannata a un lento e inesorabile declino.

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