In un’epoca definita da trasformazioni geopolitiche e sociali di portata epocale, la capacità di costruire ponti e superare le fratture ideologiche emerge non come una scelta strategica, ma come un imperativo per la sopravvivenza politica. L’osservazione di Matteo Ricci, eurodeputato del Partito Democratico e candidato nelle Marche, coglie nel segno: la frammentazione del centro-sinistra, lungi dall’essere un’espressione di pluralismo e vivacità democratica, rischia di auto-infliggersi una sconfitta costante.La chiave per invertire questa tendenza risiede nell’analisi spietata e nell’adozione, non in senso acritico ma come apprendimento strategico, delle dinamiche interne all’area politica di destra. Contrariamente alla percezione comune, che spesso tende a stigmatizzare l’unità d’intenti e la coesione come espressioni di autoritarismo o manipolazione, tali caratteristiche rappresentano, in ambito politico, un potente strumento di efficacia comunicativa e di capacità di mobilitazione. Non si tratta di emulare il *cosa* della destra, ma di comprenderne il *come* – la capacità di convergere su obiettivi minimi, di subordinare ambizioni personali al bene comune e di presentare un fronte compatto all’elettorato.L’attuale confronto in vista delle elezioni regionali nelle Marche illustra questo sforzo di convergenza. L’impegno in corso con diverse forze politiche, incluso il Movimento 5 Stelle, testimonia un’apertura al dialogo e una volontà di superare le divisioni preesistenti. L’adesione di Avs, +Europa e Italia Viva, insieme alle trattative in corso con Movimento, Azione e realtà civiche di sinistra, segnala un’ambiziosa operazione di riconciliazione ideologica.La tempistica di questo processo, mirata alla sua conclusione prima dell’imminente estate, è cruciale. L’annuncio da parte del governatore uscente di un’anticipazione del voto a settembre, interpretato come un tentativo di cogliere di sorpresa l’opposizione, rende ancora più urgente la necessità di una rapida definizione del programma e della lista dei candidati. La sfida, pertanto, non è semplicemente quella di presentare un’alternativa al governatore uscente, ma di dimostrare la capacità di agire con tempestività e determinazione, trasformando la frammentazione in forza e la debolezza in resilienza. Il futuro politico delle Marche, e forse anche quello del centro-sinistra a livello nazionale, potrebbe dipendere da questo cruciale sforzo di unificazione.
Centro-sinistra: la sfida dell’unità per non affondare.
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