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Ceriscioli a Marche Multiservizi: Scintille e Polemiche in Regione

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La candidatura di Luca Ceriscioli alla presidenza di Marche Multiservizi solleva interrogativi cruciali sul futuro della gestione strategica di un’azienda vitale per il territorio marchigiano, e innesca un acceso dibattito politico che trascende la mera nomina di una figura apicale.

Giacomo Rossi, Vicepresidente del Consiglio regionale e leader del gruppo Civici Marche, denuncia una manovra improntata a logiche partitiche e a una presunta mancanza di trasparenza, alimentando un clima di crescente incertezza.

La potenziale designazione di Ceriscioli, già ex governatore regionale, appare a Rossi come un tentativo di “riciclaggio” di una figura precedentemente “bocciata” dagli stessi schieramenti che oggi la propongono.

Questa accusa non si limita a una critica alla singola persona, ma punta a denunciare un sistema di potere che favorisce la reiterazione di figure compromettenti per il bene pubblico, ignorando le mutate dinamiche politiche provinciali.
Il nodo centrale risiede nella gestione di un’azienda di servizi essenziali come Marche Multiservizi, che si occupa della distribuzione di risorse fondamentali: acqua, luce e gas.
La sua rilevanza economica e sociale rende imprescindibile una gestione equa, efficiente e condivisa, che tenga conto delle esigenze di tutti i Comuni del territorio.
L’attuale assetto proprietario vede il Comune di Pesaro come socio pubblico di maggioranza, conferendogli il diritto di nomina, ma questo non dovrebbe implicare una decisione unilaterale, priva di concertazione.

Rossi sottolinea la pericolosità di decisioni prese “nelle segrete stanze di Villa Fastiggi”, evidenziando come l’assenza di una maggioranza politica solida nel territorio provinciale renda ancora più urgente un processo decisionale aperto e partecipativo.

La nomina del presidente di Marche Multiservizi, secondo Rossi, dovrebbe rappresentare l’espressione di una volontà condivisa, frutto di un ampio confronto con tutti gli stakeholder coinvolti, e non l’imposizione di una scelta dettata da interessi di partito.
La questione si configura quindi come un campanello d’allarme più ampio, che riguarda la necessità di una revisione dei meccanismi decisionali a livello locale, al fine di garantire una maggiore trasparenza, partecipazione e accountability.
La potenziale nomina di Ceriscioli rischia di rafforzare la percezione di un sistema chiuso e autoreferenziale, che non tiene conto delle istanze del territorio e compromette la credibilità delle istituzioni.
La vicenda sollecita una riflessione profonda sul ruolo della politica e sulla necessità di un rinnovato impegno a favore del bene comune, relegando logiche partitiche e interessi personali in secondo piano.

Il futuro di Marche Multiservizi, e con esso il benessere delle comunità marchigiane, dipendono da scelte responsabili e partecipate.

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