Le città portuali, fulcro di dinamiche complesse e in rapida evoluzione, si trovano ad affrontare sfide inedite in termini di sicurezza urbana.
Daniele Silvetti, vicepresidente vicario dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), sindaco di Ancona e delegato nazionale per le Politiche del Mare, del Demanio Marittimo e i Porti, ha recentemente sollevato un campanello d’allarme durante un incontro con il Ministero dell’Interno, evidenziando la necessità urgente di una risposta strutturale e mirata.
La vocazione intrinseca di queste realtà, intrinsecamente legate a flussi migratori, scambi commerciali intensivi e una pluralità socio-culturale in costante mutamento, amplifica esponenzialmente le vulnerabilità.
Non si tratta semplicemente di fenomeni di degrado, ma di una convergenza di fattori che alimentano disagi sociali, squilibri generazionali e un aumento preoccupante della violenza di genere, spesso interconnessi e radicati in fragilità economiche e mancanza di opportunità.
Questi fenomeni gravano pesantemente sulle risorse comunali, costringendo servizi sociali e forze dell’ordine locali a operare in condizioni di sovraccarico e spesso inadeguatezza.
La polizia locale, in particolare, si trova a svolgere un ruolo di primo soccorso in ambito di sicurezza, un compito che trascende le sue competenze originarie e che richiede un supporto significativo a livello nazionale.
La mera erogazione di finanziamenti è insufficiente.
Silvetti ha sottolineato l’imperativo di un’integrazione intelligente delle risorse, con la creazione di un fondo specifico dedicato esclusivamente alle città portuali, un riconoscimento della loro unicità e delle sfide peculiari che affrontano.
Questo fondo non dovrebbe limitarsi a supportare l’aumento delle pattuglie, ma investire anche in programmi di prevenzione, mediazione sociale e reinserimento lavorativo, affrontando le cause profonde del disagio.
Parallelamente, è fondamentale un potenziamento mirato della presenza e dell’efficacia della Polizia di Stato, con particolare attenzione al controllo del territorio nelle ore notturne, quando la vulnerabilità aumenta esponenzialmente.
Questo implica non solo l’aumento del personale, ma anche una riorganizzazione delle strategie operative, con l’adozione di tecnologie innovative e una maggiore collaborazione con le forze dell’ordine locali.
L’iniziativa si inquadra in un quadro più ampio di dialogo istituzionale, volto a definire politiche di sicurezza integrate e adattabili.
L’obiettivo è quello di abbandonare approcci reattivi e adottare una visione proattiva, che anticipi le nuove sfide urbane e promuova un modello di sviluppo sostenibile, in grado di garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini, proteggendo al contempo il patrimonio economico e culturale delle città portuali.
La sicurezza urbana non è solo una questione di ordine pubblico, ma un elemento imprescindibile per la prosperità e la coesione sociale di un territorio.