La Riviera del Conero, gioiello paesaggistico dell’Adriatico, si trova ad affrontare una sfida cruciale: l’erosione costiera, un processo naturale amplificato da dinamiche antropiche e cambiamenti climatici.
La sua unicità, un connubio sublime tra l’imponente dorsale del Monte Conero e la vibrante energia del mare, è oggi minacciata da un’implacabile avanzata erosiva che incide profondamente sull’equilibrio ambientale, economico e sociale del territorio.
La situazione, particolarmente critica in località come Portonovo, dove la linea di costa si ritrae inesorabilmente, e nell’area del Trave, simbolo indiscusso della Riviera, evidenzia l’urgenza di un intervento strutturale e lungimirante.
A Sirolo, la progressiva frangibilità delle falesie rappresenta un campanello d’allarme non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto per la sicurezza del borgo e delle comunità che vi risiedono.
La mera reazione a interventi localizzati o palliativi si è dimostrata insufficiente.
L’erosione costiera non è un evento isolato, ma un sintomo di un sistema complesso, influenzato da fattori quali l’innalzamento del livello del mare, l’intensificazione delle tempeste, le modifiche nella morfologia litoranea dovute a infrastrutture e attività umane, e la riduzione degli apporti sedimentari dai corsi d’acqua.
Ignorare queste interconnessioni significa condannare il Conero a un declino progressivo.
È imperativo, pertanto, avviare un piano strategico e multidisciplinare che vada oltre la semplice “difesa” della costa.
Tale piano deve fondarsi su una ricerca scientifica avanzata, integrando dati geologici, geomorfologici, idrologici e oceanografici per modellare scenari futuri e individuare le aree più vulnerabili.
L’analisi del rischio erosivo deve essere supportata da monitoraggi continui, impiegando tecnologie innovative come sensori remoti e sistemi di telerilevamento.
Le soluzioni devono essere mirate e adattate alle specifiche caratteristiche del Conero, privilegiando approcci bioingegneristici e natural-based solutions che imitino i processi naturali, come la rivegetazione delle dune, la creazione di barriere soffolte e la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua.
Interventi di ingegneria costiera, laddove necessari, devono essere progettati con la massima attenzione all’impatto ambientale, integrandosi armoniosamente nel paesaggio.
La collaborazione tra istituzioni, università, centri di ricerca, associazioni ambientaliste e comunità locali è essenziale per garantire il successo del piano.
La conoscenza scientifica deve tradursi in scelte politiche consapevoli, sostenute da un’ampia partecipazione pubblica.
L’educazione ambientale e la sensibilizzazione dei cittadini giocano un ruolo cruciale per promuovere comportamenti responsabili e per favorire un turismo sostenibile.
L’obiettivo finale non è solo preservare la Riviera del Conero come luogo di bellezza e di sviluppo economico, ma anche garantirne la resilienza di fronte alle sfide future, consegnando alle generazioni successive un patrimonio naturale e culturale intatto, capace di ispirare e di arricchire la vita di tutti.
Il tempo delle analisi superficiali è scaduto; è tempo di agire con determinazione e lungimiranza, trasformando la sfida dell’erosione in un’opportunità di crescita e di innovazione.