La recente crisi politica di San Benedetto del Tronto, culminata con le dimissioni di quindici consiglieri di minoranza e il conseguente crollo della giunta guidata da Antonio Spazzafumo, rappresenta un punto di svolta nella storia amministrativa della città.
Tra i dimissionari spicca la figura di Pasqualino Piunti, ex sindaco di San Benedetto e figura di riferimento nella Lega, la cui esperienza e visione politica offrono una chiave di lettura complessa degli eventi.
Le dimissioni non sono un motivo di esultanza, afferma Piunti, ma piuttosto una ferita per la comunità.
L’amministrazione Spazzafumo, fin dall’inizio, ha dovuto affrontare una situazione precaria, governando con una maggioranza fragile, costantemente sospesa tra il successo e il fallimento.
Questa fragilità intrinseca ha condotto a scelte strategiche discutibili, come l’inclusione di Forza Italia nella coalizione di governo, una manovra che, pur nella sua apparente urgenza, si è rivelata insufficiente a garantire la stabilità necessaria.
L’incapacità di costruire un consenso duraturo e una visione condivisa riflette una più profonda crisi di leadership e di rappresentanza all’interno del consiglio comunale.
La polarizzazione politica, le divergenze programmatiche e la mancanza di un dialogo costruttivo tra le forze politiche hanno eroso la fiducia dei cittadini e hanno reso sempre più difficile per l’amministrazione Spazzafumo perseguire obiettivi di sviluppo e di progresso per la città.
Con lo sguardo rivolto alle elezioni del 2026, che vedranno l’elezione di un nuovo sindaco, di una nuova giunta e di un nuovo consiglio comunale, Pasqualino Piunti sottolinea l’importanza di avviare immediatamente un percorso di ricostruzione politica e di rinnovamento amministrativo.
Il commissariamento, pur rappresentando una fase transitoria necessaria, deve essere interpretato come un’opportunità per avviare un processo di revisione delle pratiche amministrative, di potenziamento della trasparenza e di rafforzamento della partecipazione civica.
L’ipotesi di una sua candidatura a sindaco, rumorosa in città, viene gestita con cautela, mantenendo aperto uno scenario di possibilità senza precipitare in impegni definitivi.
La priorità, al momento, è quella di impegnarsi attivamente nella costruzione di un progetto politico solido e credibile, in grado di rispondere alle esigenze e alle aspirazioni della comunità sambenedettese, recuperando la fiducia perduta e proiettando la città verso un futuro di crescita e di prosperità.
La sfida è ardua, ma la volontà di contribuire al rilancio di San Benedetto rimane salda e determinata.








