La persistente crisi che affligge l’Ospedale Profili e, più in generale, l’intero sistema sanitario regionale, costituisce un campanello d’allarme urgente che esige un cambio di paradigma strategico per il futuro delle Marche.
Questa constatazione, espressa dall’europarlamentare democristiano Matteo Ricci, frutto di un intenso tour informativo denominato “Per tutte le Marche” e di incontri significativi con le rappresentanze sindacali di Ast Ancona, Beko e Fedrigoni, evidenzia una situazione di profonda incrinatura nel tessuto dell’assistenza sanitaria pubblica.
L’emorragia in atto è quantificabile in termini di disservizi crescenti e di un esodo di risorse umane e finanziarie che impoverisce il territorio.
I cittadini marchigiani, testimoni diretti di questo declino, lamentano liste d’attesa insostenibili, ritardi cronici negli interventi diagnostici e terapeutici, e una progressiva riduzione dell’accesso alle cure primarie.
La “mobilità passiva”, ovvero il trasferimento di pazienti verso altre regioni per ricevere trattamenti non disponibili localmente, ha raggiunto livelli allarmanti, con un costo annuale che si attesta sui 160 milioni di euro, un drenaggio di risorse che avrebbe potuto essere impiegato per rafforzare il sistema sanitario locale.
Un dato particolarmente drammatico rivela che circa il 10% della popolazione marchigiana, a causa dell’impossibilità di accedere alle cure pubbliche e della mancanza di risorse economiche per rivolgersi al settore privato, si è ritrovata a rinunciare alle necessarie terapie.
Ricci sottolinea l’imperativo di un’azione decisa a livello nazionale, richiedendo un incremento degli investimenti sanitari, portando la spesa pubblica almeno al 7% del Prodotto Interno Lordo.
Questa iniezione di risorse dovrebbe essere affiancata da una riorganizzazione dei servizi, con un focus sull’avvicinamento delle cure ai territori marginali e un’urgente necessità di rafforzare il personale sanitario, sia medico che infermieristico.
Particolare attenzione va rivolta al delicato tema della salute mentale, un ambito in cui le Marche si collocano tristemente all’ultimo posto a livello regionale, riflettendo una profonda lacuna nella risposta ai bisogni di una parte significativa della popolazione.
Allo stesso modo, l’assistenza all’infanzia e la pediatria necessitano di finanziamenti adeguati, al fine di garantire la tutela dei più piccoli e offrire serenità alle loro famiglie.
Oltre alla sanità, Ricci affronta la questione del lavoro, evidenziando la necessità di sostenere i lavoratori delle aree interne e di monitorare da vicino le situazioni critiche in aziende strategiche come Beko e Fedrigoni.
Queste vertenze, di rilevanza nazionale, richiedono l’intervento di istituzioni e l’impegno per tutelare un diritto fondamentale come il lavoro.
Si auspica una collaborazione sinergica con la Regione Umbria per definire strumenti di rilancio delle aree di crisi, un elemento cruciale per il futuro delle aree interne delle Marche.
Ricci ribadisce la sua disponibilità a mediare e a rappresentare le istanze dei lavoratori sui palcoscenici nazionali e internazionali, con l’obiettivo di salvaguardare il tessuto economico e sociale del territorio.
La sfida è complessa, ma l’impegno a trovare soluzioni concrete e durature rappresenta un dovere imprescindibile per il bene delle Marche e dei suoi cittadini.