La crescente pressione sulle liste d’attesa del Servizio Sanitario Marchigiano, un campanello d’allarme che risuona costantemente, non può essere relegata a una mera questione di aumento della domanda da parte dei cittadini.
Si tratta, piuttosto, di un sintomo acuto di un sistema sanitario pubblico soffocato da risorse insufficienti e gestito con approcci inadeguati.
L’auspicio di un finanziamento stabile, ancorato almeno al 7% del Prodotto Interno Lordo, non è un mero desiderio politico, ma una necessità imprescindibile per garantire l’accesso equo e tempestivo alle cure per l’intera popolazione.
Solo un investimento di tale portata permetterebbe di superare la carenza cronica di personale medico e infermieristico, fulcro di un sistema sanitario efficiente e sostenibile.
Le accuse mosse al Presidente uscente, di scaricare le responsabilità sulla cittadinanza, rappresentano un tentativo di eludere le reali cause del disagio.
Un’analisi più approfondita rivela un quadro di inefficienze gestionali e sprechi di risorse pubbliche che minano la capacità del sistema sanitario di rispondere alle esigenze della collettività.
Particolare attenzione meritano le società Sviluppo Europa Marche (Svem) e l’Agenzia per l’internazionalizzazione e per il turismo delle Marche (Atim).
L’ingente spesa sostenuta da Svem per consulenze legali e attività di comunicazione, a fronte di un ruolo cruciale nella certificazione dei fondi europei, solleva seri interrogativi sulla gestione finanziaria e sull’allocazione delle risorse.
Analogamente, l’operato di Atim, con risultati concreti in termini di afflusso turistico pressoché nulli, rende insostenibile la sua prosecuzione.
La riallocazione dei fondi attualmente destinati a queste strutture verso il sostegno delle imprese locali rappresenta un’opportunità concreta per stimolare la crescita economica e creare nuove opportunità di lavoro.
L’innovazione e l’imprenditorialità, elementi imprescindibili per la ripresa economica delle Marche, richiedono un approccio strategico e lungimirante, che superi logiche protezionistiche e favorisca l’apertura verso i mercati internazionali.
È necessario promuovere un ecosistema favorevole all’innovazione, semplificando le procedure burocratiche, incentivando la ricerca e lo sviluppo e sostenendo le start-up innovative.
Una visione economica moderna deve puntare alla competitività, alla specializzazione produttiva e alla valorizzazione delle risorse locali, creando un circolo virtuoso di crescita e prosperità.
La lista Progetto Marche Vive, che unisce forze riformiste e visioni condivise, si propone di essere il motore di questo cambiamento, portando avanti proposte concrete per il futuro delle Marche, un futuro che pone al centro l’uomo, l’impresa e l’innovazione.