La decisione della giunta Acquaroli, recentemente emersa alla vigilia dell’approvazione del bilancio regionale, solleva gravi preoccupazioni e configura un preoccupante passo indietro nella tutela della salute pubblica e nella lotta contro la ludopatia nelle Marche.
L’azzeramento, per un triennio, dei finanziamenti alla legge regionale del 2017, un provvedimento riconosciuto a livello nazionale come modello di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico, rappresenta un taglio significativo a un’iniziativa cruciale per la salvaguardia dei soggetti più vulnerabili e delle loro famiglie.
L’emergenza ludopatia, già segnalata con urgenza da medici ed esperti alcuni mesi fa, si manifesta con una realtà allarmante: solo nell’ultimo anno, i marchigiani hanno investito complessivamente 3 miliardi e 813 milioni in attività di gioco, cifre che testimoniano la pervasività e la potenza distruttiva del fenomeno.
Questo dato quantitativo, unito alle crescenti disuguaglianze sociali ed economiche che aggravano la vulnerabilità individuale, dipinge un quadro socio-sanitario complesso e in rapida evoluzione.
Il provvedimento della giunta Acquaroli non è un episodio isolato, ma parte di una linea di continuità politica che ha già portato a una progressiva erosione della legislazione a tutela dei cittadini.
Già due anni fa, l’amministrazione aveva modificato la legge del centrosinistra del 2017, attenuando le distanze minime tra luoghi sensibili – come scuole, ospedali e luoghi di aggregazione giovanile – e le sale giochi, contribuendo ad alimentare il problema.
La decisione di azzerare i finanziamenti appare inoltre coerente con le scelte compiute a livello nazionale.
L’abolizione, lo scorso anno, dell’Osservatorio Nazionale sul Gioco d’Azzardo, un organismo fondamentale per la raccolta dati, l’analisi del fenomeno e la formulazione di proposte di intervento, ha privato il Paese di uno strumento essenziale per affrontare la sfida.
L’introduzione di un nuovo gioco, il “Win for Italia Team”, agganciato al finanziamento dello sport, rischia di veicolare un messaggio culturale distorto, banalizzando la gravità del problema e confinandolo in una logica meramente ludica e di intrattenimento.
Questo approccio, lungi dal ridurre la diffusione della ludopatia, rischia di normalizzare un comportamento problematico e di esporre nuovi soggetti a rischio di dipendenza.
La preoccupazione è che la giunta Acquaroli, in linea con l’orientamento politico nazionale, mostri una scarsa consapevolezza della profondità e della complessità di questa emergenza sociale, ignorando le conseguenze devastanti che la ludopatia può avere sulla vita delle persone e sulle comunità.
La mancanza di investimenti in prevenzione e cura, unita a un messaggio culturale ambiguo, rischia di compromettere seriamente il futuro delle Marche, amplificando le disuguaglianze e alimentando un circolo vizioso di dipendenza e sofferenza.







