L’evento “Il modello Marche: quali strategie per il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio regionale e in programma ad Ancona, ha sollevato interrogativi significativi sulla sua natura e sull’imparzialità dell’organizzazione, gettando un’ombra di strumentalizzazione politica.
La scelta di invitare esclusivamente esponenti di Fratelli d’Italia, il senatore Guido Castelli e il Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, a fronte di un’invito rivolto alle università marchigiane, ha generato una reazione di sconcerto e disappunto, come espresso dall’ex sottosegretaria Alessia Morani.
L’auspicio che la Camera di Commercio avesse considerato l’opportunità di coinvolgere una figura di spicco come Matteo Ricci, figura complessa e con un profilo distintivo nel panorama politico e istituzionale marchigiano, sarebbe stato, a suo dire, un atto di equilibrio e garanzia di pluralismo.
Ricci, con la sua esperienza amministrativa e la sua visione strategica, avrebbe potuto offrire un contributo prezioso al dibattito, offrendo una prospettiva differente rispetto a quella dominante.
La preoccupazione principale non risiede tanto nella presenza di esponenti politici, ma nella mancanza di rappresentanza di altre forze politiche e intellettuali.
Questo squilibrio rischia di trasformare un’iniziativa istituzionale, volta all’analisi e alla definizione di strategie di sviluppo per le imprese marchigiane, in un comizio elettorale mascherato.
La Camera di Commercio, ente pubblico con la responsabilità di promuovere lo sviluppo economico e l’innovazione nella regione, deve garantire l’imparzialità e la trasparenza delle proprie attività.
La percezione di un’orientamento politico, anche solo apparente, può minare la fiducia delle imprese e dei cittadini, compromettendo la credibilità dell’istituzione.
Un evento di tale portata dovrebbe ambire a raccogliere voci diverse, a stimolare un confronto aperto e costruttivo, e a presentare una visione del futuro che tenga conto delle esigenze e delle aspettative di tutti gli attori del territorio.
La selezione degli invitati dovrebbe riflettere questa ambizione, evitando scelte che possano essere interpretate come un atto di schieramento politico.
L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di creare un’occasione di riflessione seria e approfondita, finalizzata a definire strategie efficaci per il futuro delle imprese marchigiane, e non un palcoscenico per campagne elettorali occulte.
La neutralità istituzionale, in momenti delicati come quello attuale, si rivela un valore imprescindibile per la salute della democrazia e per la fiducia nelle istituzioni.