Un nuovo patto per le aree interne delle Marche: un’agenda strategica per un futuro resiliente e prospero.
L’Unione dei Comuni Montani e dell’Appennino Marchigiano (Uncem Marche) presenta ai candidati alla presidenza regionale e ai consiglieri un documento programmatico che trascende il semplice decalogo, configurandosi come una visione integrata per lo sviluppo sostenibile del territorio montano e appenninico.
Al cuore di questa visione, la figura chiave di un Assessore Regionale dedicato esclusivamente alla Montagna e alle Foreste, un punto di riferimento politico dotato di poteri decisionali e risorse adeguate, in grado di orchestrare interventi sinergici e di promuovere un dialogo costante con le amministrazioni locali, le imprese e le comunità.
L’obiettivo primario è colmare il divario digitale, non solo con l’estensione della banda ultralarga e del 5G, ma con una strategia di alfabetizzazione digitale inclusiva che coinvolga tutte le fasce d’età e le categorie sociali.
La riforma degli enti locali si configura come un processo virtuoso di aggregazione comunale, incentivando la creazione di Unioni di Comuni solide e funzionali, dotate di competenze specifiche e capaci di attrarre risorse finanziarie.
La perequazione territoriale non si limita a sgravi fiscali e incentivi alla residenzialità, ma si articola in un sistema di compensazione che tenga conto delle specificità ambientali, sociali ed economiche dei diversi territori, premiando chi investe nel montano e nell’appennino.
L’agricoltura e le foreste devono essere rilanciate come motori di sviluppo locale, promuovendo filiere corte e prodotti di qualità, creando opportunità di lavoro e adottando una gestione attiva e multifunzionale dei boschi, che combini la produzione di legname con la tutela della biodiversità e la prevenzione del rischio idrogeologico.
La transizione ecologica non è un costo, ma un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro e attrarre investimenti nel settore delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e dell’economia circolare.
Le Marche aspirano a diventare una Green Community, un laboratorio di innovazione e sostenibilità ambientale.
Il turismo di comunità si configura come un modello alternativo al turismo di massa, valorizzando il patrimonio culturale e naturale dei piccoli borghi, promuovendo esperienze autentiche e rispettose dell’ambiente e delle tradizioni locali.
La salvaguardia della scuola e della cultura rappresenta un investimento nel futuro delle aree interne, garantendo una rete scolastica capillare, sostenendo i giovani e valorizzando le lingue e le tradizioni locali, patrimonio inestimabile del territorio.
La sanità di prossimità è un diritto inalienabile, che richiede un potenziamento dei servizi sanitari nei piccoli centri, con l’incremento del numero di medici e pediatri, lo sviluppo della telemedicina, la presenza di un’ambulanza in ogni comune e la creazione di strutture dedicate all’assistenza agli anziani.
La riqualificazione edilizia e la rigenerazione dei borghi storici rappresentano un’opportunità per recuperare il patrimonio architettonico e promuovere il turismo sostenibile.
L’adozione di soluzioni innovative come il co-housing e gli spazi di co-working favorisce la residenzialità e il lavoro a distanza, contrastando lo spopolamento e valorizzando le risorse locali.
Come sottolinea Giuseppe Amici, presidente Uncem Marche, questo documento programmatico non è un elenco di desideri, ma una bussola per orientare le scelte di chi si candida a governare la Regione.
Giancarlo Sagramola, vicepresidente Uncem Marche, esprime la convinzione che le Marche possano diventare un esempio virtuoso a livello nazionale, dimostrando come sia possibile costruire un futuro di coesione tra città e valli, città e montagna, città e appennino.
Un futuro fondato sulla sostenibilità, l’innovazione e la valorizzazione del territorio.