Le immagini di un abbraccio, apparentemente cordiale, risuonano come un campanello d’allarme per i cittadini marchigiani.
L’incontro tra Renzi e Ricci non è percepito come una semplice formalità politica, ma evoca un capitolo doloroso nella storia recente della regione, un’epoca segnata da scelte economiche e politiche che hanno lasciato cicatrici profonde.
Il ricordo è vivido: la gestione disastrosa di Banca Marche, un pilastro del tessuto economico locale, ridotta a un fallimento che ha devastato risparmiatori e imprese.
La vicenda Indesit-Whirlpool, presentata inizialmente come una svolta positiva, si è trasformata in un incubo di licenziamenti e di precarietà lavorativa, testimoniando un’incapacità strutturale di tutelare il patrimonio industriale regionale.
I tagli alla sanità, attuati con criteri discutibili, hanno eroso il diritto alla cura, penalizzando soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione.
Questi eventi non sono stati episodi isolati, ma il frutto di una gestione regionali, guidate dal Partito Democratico, che hanno mostrato una pericolosa connivenza con politiche centrali e una preoccupante mancanza di sensibilità verso le esigenze del territorio.
Il PD, incarnato dalle figure di Renzi e Ricci, è visto come il simbolo di un’umiliazione collettiva, di una regione relegata a una condizione di “transizione”, senza una strategia chiara per affrontare le crisi e valorizzare le proprie potenzialità.
La critica non si limita alla mera denuncia del passato.
Simone Livi, candidato di Fratelli d’Italia, sottolinea come la giunta Acquaroli stia operando per invertire la rotta, recuperando terreno perduto e proiettando le Marche verso un futuro di sviluppo sostenibile.
L’aumento delle prestazioni sanitarie, garantito senza incrementare la pressione fiscale, testimonia un impegno concreto per il benessere dei cittadini.
La riorganizzazione del sistema sanitario attraverso le AST mira a decentralizzare i servizi e a restituire centralità al territorio.
La spinta alla ricostruzione post-sisma e l’avvio di importanti infrastrutture rappresentano segnali tangibili di un’azione amministrativa orientata al rilancio economico e sociale.
L’estensione della Zona Economica Speciale (ZES) rappresenta un’opportunità strategica per attrarre investimenti esteri, creare nuovi posti di lavoro e rafforzare la competitività delle imprese marchigiane.
Si tratta di un segnale di speranza per un futuro in cui le Marche possano finalmente liberarsi dalle catene del passato e affermarsi come regione dinamica e innovativa.
L’appello finale è chiaro: amministrare non significa produrre slogan vuoti e promesse irrealizzabili.
Significa ascoltare i bisogni dei cittadini, agire con concretezza e determinazione, dare risposte reali e misurabili.
Francesco Acquaroli e Fratelli d’Italia si propongono come portatori di un’alternativa credibile, impegnati a costruire un futuro in cui le Marche possano finalmente ritrovare orgoglio e prosperità, liberate dall’ombra di chi, in passato, le ha condannate a una condizione di marginalità e precarietà.
La contrapposizione non è tra partiti, ma tra un passato di promesse disattese e un futuro di azioni concrete.







