lunedì 6 Ottobre 2025
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Palestina: Onorificenza a Albanese, un grido di giustizia.

La catastrofe umanitaria in Palestina, con un bilancio provvisorio di sessantamila vite spezzate e l’ombra di innumerevoli altre perdite non quantificabili a causa della distruzione sistematica di infrastrutture vitali e delle condizioni di vita che sfidano ogni dignità umana, non può più essere relegata al margine della nostra coscienza collettiva.

Il silenzio, la passiva accettazione, o la complicità, siano essi frutto di scelte politiche o di interessi economici, sono inequivocabilmente un’adesione a un crimine che si consuma dinanzi ai nostri occhi.

Il recente riconoscimento della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati dal 1967, da parte del Comune di Fabriano, trascende la mera formalità.
Rappresenta un atto di coraggio civile, un richiamo a valori fondamentali che rischiano di essere erosi dalla geopolitica e dalla logica del potere.
Albanese, con la sua opera instancabile, ha saputo riportare al centro del dibattito globale il primato del diritto internazionale, pilastro imprescindibile per la costruzione di una pace duratura e equa.

“Non possiamo permettercelo”, ha esortato Albanese, richiamando la memoria di un passato storico che ci impone un impegno morale verso il futuro.

Il dovere delle nuove generazioni è superare gli errori del passato, aspirando a una società più giusta e rispettosa dei diritti umani, fermando la spirale di violenza e sofferenza che affligge il popolo palestinese.

La cittadinanza onoraria è un monito: le istituzioni hanno la responsabilità di agire in conformità con il diritto internazionale, garantendo la protezione dei più vulnerabili.

Il riconoscimento sottolinea l’impegno di Albanese nella denuncia rigorosa e indipendente delle responsabilità che gravano su Stati, aziende e individui coinvolti in crimini contro la popolazione palestinese, un lavoro svolto spesso a rischio personale.

Ha dato voce a un popolo privato della libertà, della dignità e del diritto all’autodeterminazione, contribuendo a riaffermare il valore del diritto come argine contro l’arbitrio e la violenza.

Albanese ha espresso profonda emozione per il riconoscimento, sottolineando il calore e la bellezza della comunità di Fabriano, un luogo simbolo della cultura cartaria, un’arte che preserva la memoria e racconta storie.

La carta Fabriano, simbolo di trasmissione del sapere e di dialogo, incarna un momento di riflessione sul ruolo delle istituzioni come garanti di protezione e sulla necessità di difendere la Costituzione, baluardo della nostra democrazia.
A livello globale, l’osservazione di Albanese è cupa: si assiste a una progressiva distorsione del potere, a una perversa connivenza tra politica ed economia che mina le fondamenta stesse delle istituzioni.

La pretesa di legittimare abusi e violazioni del diritto in nome della legge rappresenta una forma di violenza che mette a repentaglio la democrazia e le libertà fondamentali.
La repressione della libertà di espressione, di associazione e di manifestazione sono campanelli d’allarme che non possiamo ignorare, segnali di un vento liberticida che soffia in diverse direzioni del mondo, erodendo i principi stessi che fondano una società libera e giusta.
L’azione di Albanese è una sfida, un invito a riscoprire il significato profondo della responsabilità civile e a difendere i valori di giustizia e di pace.

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