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Pergola, sgarro al PD: atto vandalico e inquietudine nella comunità.

Nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 luglio, una violazione ha colpito la sede del circolo del Partito Democratico di Pergola, in provincia di Pesaro e Urbino, un atto che incrina la fragilità del tessuto sociale locale e solleva interrogativi sulla tenuta della convivenza civile.
L’azione, presumibilmente compiuta da individui non ancora identificati, si è manifestata attraverso un tentativo di effrazione volto a compromettere la sicurezza della sede, situata in posizione strategica nel cuore del centro storico, a breve distanza dalle istituzioni comunali.
La scoperta dell’atto vandalico, avvenuta nel pomeriggio di martedì, ha immediatamente interrotto le normali attività del circolo.

“Quando siamo arrivati, abbiamo dovuto rimuovere le inferiate danneggiate, segno inequivocabile di un’intrusione forzata,” racconta Anna Greco, segretaria del Pd Pergola, descrivendo un clima cittadino già permeato di tensioni.

L’episodio si inserisce in un contesto di crescente polarizzazione della comunità, rendendo sempre più arduo promuovere un dialogo costruttivo e sereno attraverso le iniziative culturali e le attività del partito.

L’atto, lungi dal favorire la coesione sociale, amplifica sentimenti di frustrazione e incertezza.

La denuncia presentata ai Carabinieri apre ora una fase di indagine che si avvale dell’ausilio delle numerose telecamere di sorveglianza presenti sul territorio, nella speranza di individuare i responsabili e accertare le motivazioni che hanno spinto all’azione.

L’episodio ha inoltre innescato una riflessione sulla necessità di implementare un sistema di videosorveglianza dedicato alla sede del partito, non solo come misura di protezione del patrimonio immobiliare, ma anche come segnale di salvaguardia della sicurezza percepita da tutta la comunità.

Renato Claudio Minardi, consigliere regionale del Pd Marche, ha espresso la sua profonda solidarietà alla comunità democratica di Pergola, definendo l’atto come una “provocazione squallida” e sottolineando l’importanza delle sedi dei partiti politici come luoghi di impegno civico e di partecipazione democratica.

Danneggiare questi spazi non è solo un atto contro una forza politica, ma un attacco diretto alla democrazia stessa, un tentativo di intimidire e scoraggiare l’esercizio dei diritti fondamentali.
La vicenda ripropone, con forza, il tema della tutela dei luoghi della politica come presupposto essenziale per il corretto funzionamento delle istituzioni e la garanzia delle libertà civili.
L’episodio, pertanto, va interpretato come un campanello d’allarme, che invita a una maggiore attenzione alla difesa dei valori democratici e alla promozione di una cultura del rispetto e della tolleranza.

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