L’esperienza di Pesaro come Capitale Italiana della Cultura 2024 si configura come un catalizzatore di trasformazione, un laboratorio di idee che ambisce a trascendere i confini regionali e proiettare le Marche verso un orizzonte europeo.
L’eredità di quell’anno straordinario, come evidenziato dall’europarlamentare Matteo Ricci, non si esaurisce con la chiusura del cerchio di eventi, ma si traduce in una visione strategica per il futuro della regione.
Il report conclusivo di “Pesaro 2024” testimonia un impatto tangibile sull’economia locale e sull’attrattiva turistica.
L’indotto generato ha superato i trenta milioni di euro, un segnale inequivocabile del potenziale di crescita che la cultura può stimolare.
L’incremento delle presenze turistiche, con un aumento di oltre duecentosesanta mila visitatori e una crescita del centodiecimila percento nei luoghi di interesse culturale, riflette la capacità di un evento culturale di catalizzare l’attenzione nazionale e internazionale.
L’obiettivo, ora, è estendere questo successo su scala regionale, culminando nell’ambiziosa candidatura di Pesaro-Urbino a Capitale Europea della Cultura nel 2033.
Questa aspirazione non si riduce a un mero riconoscimento simbolico, ma implica un impegno concreto per sviluppare un’offerta culturale diversificata e inclusiva, capace di rappresentare l’identità unica delle Marche.
Il progetto, chiamato a replicare il modello “50×50” di Pesaro, prevede la valorizzazione annuale di ciascuna provincia marchigiana, creando un calendario di eventi e iniziative distribuito capillarmente sul territorio.
Ricci sottolinea come la cultura sia un motore propulsivo di sviluppo multidimensionale: turismo, economia, occupazione, e soprattutto, nuove opportunità per i giovani.
Il patrimonio culturale e paesaggistico delle Marche è una risorsa inestimabile, un tesoro che richiede una gestione oculata e una promozione efficace.
L’investimento nella cultura non è un costo, ma un investimento nel futuro, un volano per la crescita sostenibile e la coesione sociale.
La realizzazione di questo progetto ambizioso, tuttavia, richiede un cambio di paradigma a livello regionale, un’inversione di tendenza che veda la cultura non come un settore marginale, ma come un asset strategico.
La visione di una “nuova” Marche, capace di affermarsi a livello europeo, passa necessariamente attraverso un impegno corale, che coinvolga istituzioni, imprese, associazioni e cittadini.
L’appuntamento ad Ancona, Piazza Roma, venerdì 11 luglio, si preannuncia come un momento cruciale per definire le linee guida di questo percorso trasformativo e per condividere con la comunità la visione di una regione più prospera, dinamica e culturalmente vivace.
Si tratta di un’occasione per riaffermare come la cultura sia il punto di partenza per una reale e duratura evoluzione delle Marche.