L’inchiesta che sta scuotendo l’amministrazione comunale di Pesaro si infittisce, con una serie di interrogatori in corso che getta luce su un sistema di affidamenti sospetti tra il 2019 e il 2024.
Al centro delle indagini, un complesso intreccio di relazioni e procedure che coinvolge un ventiquattro persone, tra cui spicca la figura dell’ex sindaco Matteo Ricci, ora eletto al Parlamento Europeo e in corsa per la presidenza della Regione, in una posizione paradossalmente delicata.
L’udienza odierna ha visto comparire davanti al pubblico ministero Massimiliano Santini, figura chiave in passato come coordinatore degli eventi per il Comune.
L’interrogatorio, seppur breve, durato circa venti minuti, ha focalizzato l’attenzione sugli affidamenti di risorse pubbliche, per un valore complessivo di quasi 510.
000 euro, destinati a due organizzazioni del terzo settore: “Stella Polare” e “Operata Maestra”.
Queste associazioni, operanti nel campo dell’assistenza sociale e culturale, risultano essere al centro delle controversie legate alla trasparenza e alla regolarità delle procedure di appalto.
Il coinvolgimento di Santini, un tempo stretto collaboratore dell’amministrazione comunale, aggiunge ulteriore complessità al quadro.
La sua deposizione, insieme a quelle di altri testimoni e indagati, è cruciale per ricostruire la dinamica degli eventi e chiarire se e come siano state violate le normative in materia di appalti pubblici.
La posizione di Stefano Esposto, presidente delle due associazioni oggetto dell’indagine, rimane per ora ambigua.
Il suo precedente interrogatorio, avvenuto sabato, si è concluso con la sua scelta di astenersi dal rispondere alle domande, un segnale che alimenta i dubbi sulla sua disponibilità a collaborare con la Procura.
Questa scelta, unitamente all’omertà percepita, rende ancora più stringente la necessità per i magistrati di raccogliere prove concrete e ricostruire il flusso di denaro e le relazioni intercorse tra gli attori coinvolti.
L’inchiesta, che rischia di compromettere l’immagine della città e di innescare un terremoto politico, solleva interrogativi profondi sulla gestione delle risorse pubbliche, sull’etica amministrativa e sulla necessità di rafforzare i controlli e la trasparenza nei processi decisionali.
La vicenda, che si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazioni sulla corruzione nel settore pubblico, pone l’attenzione sull’importanza di una governance responsabile e sulla necessità di garantire il rispetto della legalità in ogni ambito dell’azione amministrativa.
Il futuro politico di Matteo Ricci, fortemente legato alla reputazione dell’amministrazione che ha guidato, appare ora appeso a un filo, mentre la Procura si appresta a proseguire le indagini e a raccogliere ulteriori elementi per fare luce su una vicenda che rischia di segnare profondamente la storia recente di Pesaro.