lunedì 22 Settembre 2025
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Reddito di Cittadinanza: un ponte verso il lavoro, non una trappola.

L’eredità del Reddito di Cittadinanza, pur nata con l’intento nobile di offrire un argine alle più acute forme di vulnerabilità sociale, si rivela intrinsecamente problematica se analizzata alla luce dell’effettivo percorso di reinserimento lavorativo.
Questa constatazione è stata nettamente espressa dalla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, durante un confronto ad Ascoli Piceno, incentrato sulle nuove opportunità per il territorio colpito dal sisma 2016 e animato dalla presenza del Commissario del Governo alla Ricostruzione, Guido Castelli.

L’amministrazione attuale, con chiarezza, pone il lavoro come fulcro delle politiche sociali, non intendendo negare assistenza a chi si trova in condizioni di difficoltà.

Tuttavia, l’auspicio del Governo è che il sostegno offerto non si configuri come una trappola, un vicolo cieco che preclude la possibilità di una crescita personale e professionale.
L’assistenza, per sua natura, deve essere transitoria, un ponte verso l’autonomia, e il miglior strumento per raggiungere tale autonomia resta, senza ombra di dubbio, il lavoro dignitoso.
Questa visione non è un mero atto di politica economica, ma riflette un principio cardine della Repubblica Italiana: la centralità del lavoro come motore di sviluppo individuale e collettivo, come fondamento della coesione sociale e come diritto costituzionalmente garantito.

L’assistenza sociale, quindi, non può sostituirsi al lavoro, ma deve integrarsi con politiche attive che favoriscano la formazione, l’orientamento professionale e l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Il sisma del 2016 ha ulteriormente accentuato le fragilità territoriali, esacerbando disoccupazione e precarietà.
La ricostruzione, quindi, non può limitarsi alla riedificazione fisica, ma deve necessariamente includere un programma ambizioso di riqualificazione professionale e creazione di opportunità lavorative, in grado di offrire ai cittadini colpiti la possibilità di ricostruire il proprio futuro su basi solide e durature.
L’innovazione tecnologica, l’economia circolare, le energie rinnovabili, il turismo sostenibile: sono questi i settori che possono offrire sbocchi occupazionali qualificati e contribuire alla ripresa economica del territorio.

L’attuale approccio politico, pertanto, non è una semplice revisione di una misura sociale preesistente, ma un profondo ripensamento del ruolo dello Stato nel supportare i cittadini, un cambio di paradigma che pone l’accento sull’empowerment, sulla responsabilità individuale e sulla creazione di un sistema di welfare più efficace e orientato ai risultati, capace di coniugare l’assistenza sociale con l’incentivo all’occupazione e alla crescita economica.

Il futuro, in altre parole, passa dalla capacità di trasformare le difficoltà in opportunità, di convertire le fragilità in risorse, di costruire una società più giusta, inclusiva e prospera.

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