L’affermazione risuona con una profonda risolutezza: “Io rimango un sindaco.
” Non una semplice dichiarazione, ma un’adesione inequivocabile a un ruolo che implica un fardello di responsabilità, spesso estese oltre i confini diretti dell’azione amministrativa.
Matteo Ricci, candidato del centrosinistra alle elezioni regionali marchigiane, pronunciando queste parole a Force, in Ascoli Piceno, di fronte alla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, non eludeva le circostanze che lo circondano, bensì ne sottolineava la natura intrinseca della funzione sindacale.
La sua prospettiva si colloca all’interno di un contesto delicato, segnato dall’indagine in corso da parte della procura di Pesaro, che lo vede coinvolto, in quanto ex sindaco di quella città, nell’ambito di un’articolata inchiesta sugli appalti pubblici.
Pur mantenendo una ferma e ripetuta dichiarazione di estraneità alle accuse mosse, Ricci ha scelto di rispondere non con smentite evasive, ma con una riaffermazione del suo impegno verso la comunità.
L’immagine che emerge è quella di un amministratore consapevole del peso del suo ruolo, un ruolo che trascende la mera gestione di dossier e bilanci, per abbracciare una dimensione di rappresentanza e di responsabilità morale.
Un sindaco, a suo dire, deve muoversi con dignità nel tessuto urbano, incarnando un simbolo di fiducia e trasparenza, perché un simile impegno implica l’assenza di segreti da celare e di vergogne da sopportare.
L’episodio pone interrogativi significativi sul rapporto tra la vita pubblica e privata dei leader politici, sulla resilienza di fronte alle accuse e sulla capacità di mantenere un legame autentico con i cittadini, anche quando la fiducia è messa a dura prova.
Al di là delle implicazioni legali, la vicenda di Matteo Ricci solleva una questione più ampia: come un amministratore può conciliare la presunzione di innocenza con la necessità di rendere conto alla collettività, preservando al contempo la propria integrità e il proprio impegno verso il bene comune? È una sfida che richiede non solo coraggio e determinazione, ma anche un profondo senso di responsabilità e un’incrollabile fiducia nel valore della democrazia.