L’inchiesta che coinvolge Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e attuale assessore regionale, solleva interrogativi profondi sulla leadership e sulla gestione delle istituzioni, al di là delle implicazioni legali immediate.
Giacomo Bugaro, esponente indipendente all’interno della coalizione di centrodestra e candidato consigliere nelle Marche con Fratelli d’Italia, sottolinea come la vicenda rappresenti un momento delicato per l’intera area politica, ma ritiene cruciale evitare che la questione si trasformi in una battaglia ideologica strumentale.
Bugaro, a margine dell’inaugurazione di una struttura avanzata di procreazione medicalmente assistita ad Ancona, esprime la sua opinione con chiarezza: la presunzione di innocenza deve essere salvaguardata, ma l’incompatibilità di Ricci con il ruolo di leadership rimane un dato di fatto.
Il suo operato passato, secondo Bugaro, è caratterizzato da una tendenza a personalizzare il potere, trasformando ogni azione amministrativa in un’occasione per un’incessante campagna elettorale.
Questa strategia, pur potendo apparire efficace nel breve termine, erode la fiducia dei cittadini e compromette la capacità di governare con equità e lungimiranza.
La critica di Bugaro non si limita all’aspetto procedurale, ma scava più a fondo, evidenziando una presunta mancanza di trasparenza e una certa astuzia nel modo di operare di Ricci.
Questa combinazione di fattori, secondo il candidato, ha generato divisioni all’interno del centrodestra e ha ostacolato la capacità di affrontare le sfide complesse che la regione si trova ad affrontare.
Bugaro, pur augurando a Ricci la possibilità di dimostrare la sua innocenza nell’ambito dell’inchiesta, ribadisce con forza che la priorità deve essere quella di garantire la stabilità e l’efficacia dell’amministrazione regionale.
La politicizzazione di una vicenda giudiziaria, come accaduto in passato per decenni nella sinistra, è controproducente e rischia di offuscare i reali problemi che la comunità deve affrontare.
La “sputare per aria” metafora utilizzata, rimanda all’idea che le azioni volte a danneggiare l’avversario, alla fine si ritorcono contro chi le compie.
È necessario, dunque, recuperare un senso di responsabilità condivisa e concentrarsi sulla costruzione di un futuro più solido e prospero per le Marche, al di là delle vicende personali che inevitabilmente la vita politica riserva.