La questione sanitaria nelle Marche emerge come una ferita aperta, un campanello d’allarme che risuona con forza nelle parole di Giuseppe Conte durante il suo tour elettorale regionale.
Un dato allarmante – 150.000 marchigiani che, per varie ragioni, hanno rinunciato a ricevere cure – dipinge un quadro preoccupante e solleva interrogativi urgenti sulla capacità del sistema sanitario locale di garantire l’accesso equo e tempestivo alle prestazioni sanitarie.
Questo dato non è un mero numero statistico, ma rappresenta la sofferenza silenziata di individui e famiglie, l’erosione della fiducia nelle istituzioni e un potenziale danno irreparabile per la salute pubblica.
L’occasione del tour elettorale offre una piattaforma per focalizzare l’attenzione su un problema complesso e multifattoriale.
Il riferimento ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) innesca una riflessione più ampia sull’efficienza e la gestione delle risorse pubbliche.
L’utilizzo, attualmente limitato al 20%, di una somma ingente destinata a migliorare la sanità marchigiana, con il tempo che stringe, è un’occasione persa, un fallimento amministrativo che rischia di compromettere il futuro del territorio.
Non si tratta solo di una questione di spreco di denaro, ma di un tradimento della fiducia dei cittadini e di una negazione di opportunità concrete per il miglioramento della qualità della vita.
Oltre alle questioni sanitarie, Conte evidenzia la necessità di interventi strutturali e infrastrutturali, con particolare attenzione alle infrastrutture viarie.
Questo aspetto riflette una visione di sviluppo regionale che non si limita alla sfera sanitaria, ma abbraccia un’analisi più ampia delle esigenze del territorio.
Il concetto di “giustizia sociale” si erge a principio guida, sottolineando l’importanza di contrastare dinamiche di potere consolidate e di promuovere un’equa distribuzione delle opportunità.
La critica ai “soliti noti”, ai gruppi imprenditoriali amici e alle banche, segnala una volontà di contrastare le logiche clientelari e di favorire uno sviluppo economico più inclusivo e sostenibile.
L’esigenza di una politica orientata al bene comune, che tenga conto delle necessità di tutti i cittadini, emerge come fulcro del discorso.
Questo approccio contrasta con una visione politica orientata alla tutela degli interessi di pochi, a scapito del bene collettivo.
Il tour elettorale, pertanto, si configura non solo come un’occasione per raccogliere consensi, ma come un’opportunità per sollevare questioni cruciali e per promuovere un cambiamento di paradigma nella governance regionale, orientato alla trasparenza, all’equità e alla responsabilità sociale.
La presenza contemporanea, parallelamente al tour di Conte, della segretaria del PD Elly Schlein in diverse località marchigiane, amplifica il dibattito e suggerisce una competizione ideologica volta a definire le priorità e le strategie per il futuro delle Marche.