domenica 10 Agosto 2025
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Sanità in sofferenza: l’allarme dalle Marche e la crisi estiva

La gestione dell’assistenza sanitaria durante il mese di agosto rivela una criticità strutturale, ben oltre una mera questione di gestione delle ferie del personale medico.
L’apparente paradosso – una domanda complessiva inferiore rispetto ai periodi di picco, unita a un intasamento dei servizi di emergenza – è il sintomo di un sistema sanitario in sofferenza, aggravato da dinamiche complesse e da scelte politiche discutibili.
Il fenomeno dell’afflusso massiccio ai pronto soccorso, anche per problematiche di lieve entità, non è un’anomalia estiva, ma una conseguenza diretta della progressiva erosione dell’assistenza primaria.

La carenza di guardie mediche e la difficoltà per i medici di base a garantire la continuità assistenziale, spingono i cittadini a ricorrere, spesso impropriamente, ai servizi di emergenza, generando lunghe attese e sovraccaricando ulteriormente il personale sanitario.

Le segnalazioni che giungono dai cittadini marchigiani non descrivono un semplice disagio temporaneo, ma una preoccupante discesa nella qualità dell’offerta sanitaria.
La percezione di un peggioramento tangibile è un campanello d’allarme che non può essere ignorato, né liquidato come una questione ideologica.

Riconoscere questa realtà non implica un’adesione a una specifica corrente politica, ma un dovere civico di responsabilità e onestà intellettuale.

La proposta avanzata in vista delle elezioni regionali, relativa all’aumento del finanziamento alla sanità al 7% del PIL regionale, rappresenta un intervento strutturale, non un palliativo temporaneo.
Questa misura, se attuata, permetterebbe di affrontare la carenza di personale medico e infermieristico, elemento cruciale per garantire la continuità dell’assistenza e decongestionare i servizi di emergenza.

Il sostegno finanziario non è solo un investimento nella salute dei cittadini, ma anche un riconoscimento del valore e dello sforzo del personale medico e infermieristico che opera in condizioni spesso estenuanti, con ritmi di lavoro insostenibili.

La realtà marchigiana riflette una tendenza nazionale preoccupante: l’aumento delle liste d’attesa, la fuga di competenze verso altre regioni, l’incremento delle spese per l’assistenza fuori regione, l’espansione del settore privato a scapito del pubblico e, soprattutto, l’esclusione di una parte significativa della popolazione dall’accesso alle cure essenziali, a causa della difficoltà di reperire risposte nel sistema pubblico e dell’impossibilità di ricorrere al privato.

Questo quadro non è compatibile con i principi di equità e solidarietà che devono fondare un sistema sanitario nazionale.

È necessario un cambio di paradigma, che metta al centro la tutela della salute dei cittadini, con investimenti mirati, una riorganizzazione dei servizi e una valorizzazione del capitale umano che opera nel settore sanitario, per restituire ai marchigiani una sanità pubblica efficiente, accessibile e di qualità.

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