L’iniziativa intrapresa dall’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno, con l’apertura domenicale degli ambulatori negli ospedali Mazzoni e Madonna del Soccorso, rappresenta un segnale di cambiamento, pur nella consapevolezza dei limiti intrinseci di un intervento puntuale di fronte a una sfida strutturale di tale portata.
Come sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Paolo Calcinaro, è imperativo evitare interpretazioni eccessivamente ottimistiche, riconoscendo la complessità del percorso da intraprendere per una reale trasformazione del sistema sanitario marchigiano.
Si tratta di un primo passo, un’azione pilota che, pur non risolvendo in sé la questione delle liste d’attesa, può contribuire a moderare le aspettative e a dimostrare la potenziale capacità del servizio pubblico di adattarsi alle esigenze concrete dei cittadini.
L’impegno della Regione non si esaurisce con questa iniziativa.
È in atto un’analisi più ampia e approfondita, volta a ottimizzare la gestione dei posti letto ospedalieri, verificando l’adeguatezza dei criteri di allocazione tra percorsi di ricovero e valutando la reale domanda di assistenza.
L’obiettivo è evitare sprechi di risorse e garantire un accesso equo ed efficiente alle cure.
Il futuro della sanità nelle Marche si proietta verso un modello di prossimità e integrazione, che veda il ruolo centrale delle case di comunità e degli ospedali di comunità.
Questi presidi, concepiti come punti di riferimento per la salute territoriale, avranno il compito di intercettare i bisogni di salute primari, prevenire l’aggravamento delle patologie e decongestionare il sistema ospedaliero.
La loro piena operatività, prevista entro la fine del 2026, è considerata un tassello fondamentale per garantire una risposta sistematica e sostenibile alle esigenze della popolazione, riducendo la dipendenza dalle strutture ospedaliere e favorendo un approccio più olistico e personalizzato alla cura.
L’integrazione di queste nuove strutture richiederà un ripensamento radicale dei percorsi di cura e una riorganizzazione del personale sanitario, promuovendo la collaborazione tra diversi professionisti e rafforzando il coordinamento tra i servizi sanitari territoriali e ospedalieri.






