giovedì 4 Settembre 2025
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Svem: Governance a rischio e accuse di conflitto d’interessi

La questione Svem, società strumentale della Regione Marche incaricata di promuovere lo sviluppo economico del territorio, si configura come un caso emblematico di governance inadeguata e potenziale conflitto d’interessi.

L’eurodeputato dem Matteo Ricci, in ottica di una sfida elettorale per la presidenza regionale, ha sollevato interrogativi critici sulla gestione della società, sottolineando come questa sia stata, a suo avviso, per troppo tempo gestita con logiche estranee al bene pubblico.

L’eleganza istituzionale, infatti, impone che una società partecipata regionale operi con trasparenza e accountability, orientando le proprie azioni verso il potenziamento del tessuto produttivo locale e la generazione di valore per l’intera comunità marchigiana.
Le recenti accuse mosse nei confronti del presidente uscente, Andrea Santori, hanno amplificato le ombre che gravano sull’operato della Svem, con un esposto presentato dalla candidata dem Alessia Morani che ne richiede un’attenta verifica da parte dell’autorità giudiziaria.

Le dinamiche che hanno preceduto queste accuse, con presunti incontri tra rappresentanti industriali e l’amministrazione regionale finalizzati a sollecitare un cambio di leadership nella Svem, sono sintomatiche di una situazione di profonda incertezza e potenziale ingerenza politica.

Ricci ha espresso forte disappunto per questi tentativi di influenzare il processo decisionale, sottolineando come l’eventuale vittoria del centrosinistra nelle elezioni regionali renderà tali manovre superflue.

L’aspetto più allarmante, però, risiede nelle cifre relative alle spese sostenute dalla Svem.

Un esborso di 1,4 milioni di euro in consulenze legali e 600.000 euro in attività di comunicazione in un singolo anno solare costituiscono una voce di costo il Caso Ap

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