sabato 26 Luglio 2025
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Vandalismo ad Ancona: Graffiti contro Ricci, clima di tensione elettorale.

Un atto vandalico ha colpito la Galleria Dorica ad Ancona, segnando con graffiti una sede elettorale legata al candidato regionale del centrosinistra, Matteo Ricci.

L’azione, compiuta con spray nero, ha deturpato una vetrina, sovrapponendo una scritta denigratoria – inizialmente “ladro” – su una fotografia di Ricci affissa su un manifesto all’interno della sede.
L’episodio si verifica in un momento particolarmente delicato per il candidato, già al centro di un’indagine della Procura di Pesaro, che lo ha visto ricevere un avviso di garanzia per presunte irregolarità negli affidamenti di lavori pubblici tra il 2019 e il 2024, periodo in cui Ricci ricopriva la carica di sindaco di Pesaro.

La reazione politica all’atto vandalico non si è fatta attendere.
Giacomo Petrelli, consigliere comunale di Ancona e esponente del Partito Democratico, ha immediatamente denunciato l’escalation di un clima di ostilità, attribuendola all’azione della destra politica.

Un’interpretazione simile è stata espressa da Alessia Morani, ex sottosegretaria al Mise e anch’essa candidata dem alle elezioni regionali, che ha definito l’evento come “il frutto avvelenato dell’odio” riversato sul candidato Ricci.
L’episodio solleva interrogativi significativi sulla spirale di polarizzazione che caratterizza il dibattito pubblico, soprattutto in un contesto elettorale ad alta tensione.
Oltre alla mera condanna dell’atto vandalico, si pone la questione della responsabilità nell’incitamento all’odio e nella creazione di un clima che favorisce comportamenti aggressivi e intimidatori.
La reazione del PD, che interpreta l’azione come un attacco diretto al candidato e alla sua coalizione, sottolinea la necessità di un’analisi più approfondita delle dinamiche comunicative e delle narrative politiche che alimentano la rabbia e la frustrazione popolare.

La rivendicazione di “vitamine” per rafforzare la determinazione elettorale, espressa in post sui social media, pur mostrando resilienza, non può oscurare la gravità dell’episodio e la sua potenziale capacità di intimidire e scoraggiare la partecipazione democratica.

L’evento pone l’accento sulla fragilità delle istituzioni e sulla necessità di promuovere una cultura del rispetto e del dialogo, anche e soprattutto in campagna elettorale.

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