lunedì 4 Agosto 2025
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Zes Marche e Umbria: promesse o consenso elettorale?

La recente dichiarazione del Governo Meloni, che estende la Zona Economica Speciale (Zes) alle Marche e all’Umbria, solleva interrogativi cruciali sulla reale volontà di affrontare le profonde sfide che affliggono il tessuto economico e sociale di questi territori.

Sebbene l’iniziativa, come evidenziato dal PD Marche con la segretaria Chantal Bomprezzi, appaia inizialmente positiva, l’amarezza per un passato segnato da silenzi e promesse disattese aleggia, richiedendo un’analisi critica e una vigilanza costante.
L’estensione della Zes, lungi dall’essere una soluzione miracolosa, deve essere interpretata alla luce di un contesto pregresso di disillusioni.
Ricordiamo la Zona Franca Urbana per l’area del sisma 2016, un progetto inizialmente avverso, soffocato da finanziamenti insufficienti, ridotti a una frazione di quanto promesso.

Questo episodio storico alimenta un legittimo scetticismo, un’aspettativa temperata dalla consapevolezza che le parole, per quanto incoraggianti, non bastano a tradursi in crescita e sviluppo.
L’annuncio, giunto a ridosso delle elezioni regionali, inevitabilmente induce a interrogarsi sulle vere motivazioni che lo hanno generato.

L’impressione è che si tratti di una mossa strategica, volta a raccogliere consensi elettorali più che di una sincera volontà di intervenire in maniera strutturale.

La narrazione che accompagna l’iniziativa, che colloca le Marche e l’Umbria tra le regioni del Sud, appare artificiosa e suggerisce un approccio paternalistico, volto a mascherare una mancanza di visione e di capacità di affrontare le problematiche locali con strumenti propri e autonomi.

L’ipotesi che si renda necessaria l’interferenza di commissari o figure esterne, spesso utilizzate come pretesto per giustificare l’assegnazione di incarichi politici, desta ulteriori preoccupazioni.

Questo approccio, che aggira le istituzioni locali e ne mina l’autonomia, rischia di perpetuare un modello di governance inefficiente e distante dalle reali esigenze del territorio.

Il PD Marche, con la segretaria Bomprezzi, si pone in una posizione di prudente apertura, esprimendo la disponibilità ad accogliere positivamente qualsiasi iniziativa concreta volta a favorire lo sviluppo delle Marche e dell’Umbria.

Tuttavia, l’attenzione è focalizzata sulla verifica della reale disponibilità di risorse adeguate e sulla garanzia di una gestione trasparente e responsabile.
La priorità deve essere quella di promuovere una crescita equilibrata e sostenibile, basata su infrastrutture efficienti, un turismo innovativo e un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente e valorizzi le risorse locali.
Questo richiede un impegno concreto da parte di tutte le forze politiche, un dialogo costruttivo con i territori e una visione a lungo termine che vada oltre le logiche di breve termine e le dinamiche elettorali.
L’annuncio, in definitiva, deve tradursi in una legge concreta, supportata da risorse adeguate e accompagnata da un monitoraggio costante dei risultati ottenuti.
Solo così si potrà dissipare lo scetticismo e costruire un futuro di prosperità e benessere per le comunità marchigiane e umbre.

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