domenica 10 Agosto 2025
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ZES Marche e Umbria: Tattica elettorale o inganno economico?

L’annuncio dell’inclusione di Marche e Umbria nella Zona Economica Speciale (ZES) ha suscitato inizialmente cautela, sospettando una mossa tattica pre-elettorale.
Tuttavia, le successive dichiarazioni di Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione, hanno smontato questa ipotesi, rivelando una realtà ben più complessa e, a suo dire, ingannevole.

Il provvedimento governativo, lungi dall’essere un decreto legge immediatamente operativo, si presenta come un disegno di legge destinato a un iter parlamentare che si protrarrà oltre le prossime elezioni regionali.
Un elemento cruciale che desta preoccupazione è l’assenza di risorse finanziarie allocate a copertura delle presunte agevolazioni fiscali previste.

La formulazione “ad invarianza dei conti dello Stato” solleva ulteriori dubbi, suggerendo un’operazione priva di sostanza economica e priva di una seria valutazione d’impatto.

Ricci critica aspramente la mancata dichiarazione formale di crisi economica che tale iniziativa dovrebbe implicitamente riconoscere, definendola “irresponsabile”.

Il suo obiettivo è proiettare le Marche fuori da una condizione di “mediocrità” e “finzione” percepita come alimentata da una narrativa politica di destra.
In questo contesto, l’etichetta “ZES” viene ridimensionata a “Zona Elettorale Speciale”, contrapposta da Ricci con una “Squadra Reale Speciale”, un riferimento diretto all’azione concreta e alla trasparenza che, secondo lui, mancano all’attuale gestione.
La decisione di istituire la ZES, a detta di Ricci, arriva a distanza di anni dalla sua precedente bocciatura, evidenziando un’incoerenza politica che riconosce implicitamente una situazione di difficoltà economica regionale.
Dati provenienti da Bankitalia e Svimez confermano questa tendenza alla stagnazione, un quadro non ancora completato dall’impatto negativo dei dazi sull’export regionale.

L’europarlamentare attribuisce la responsabilità di questa situazione al presidente della Regione Acquaroli e alla sua Giunta, accusati di aver trasformato un’iniziativa politica di partito in una facciata istituzionale, a spese dei cittadini marchigiani.
Questo, a suo avviso, configura un sistema di “finzione” che inganna l’opinione pubblica, mascherando una crisi economica innegabile, perpetrata con una narrazione distorta e priva di soluzioni concrete.

La denuncia di Ricci si radica nella convinzione che l’istituzione della ZES sia un’operazione di facciata volta a celare una gestione inadeguata e a ottenere vantaggi elettorali, a discapito della reale crescita e prosperità delle Marche.

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