La vicenda riguardante i presunti aiuti di Stato illegittimamente concessi nel 2018 all’Associazione regionale degli allevatori valdostani, inizialmente quantificata in quasi 4 milioni di euro, subisce una significativa revisione, riducendosi a poco meno di 2,9 milioni.
La complessità del caso, che coinvolge questioni di diritto comunitario e la compatibilità con il mercato interno, ha portato a una decisione cruciale: lo sviluppo del procedimento legale è temporaneamente trasferito a Bruxelles, in attesa di un parere vincolante dalla Commissione europea.
La Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Valle d’Aosta, attraverso una sentenza preliminare e successiva ordinanza, ha evidenziato la necessità di una valutazione da parte dell’organismo europeo in merito alla conformità con le normative del mercato interno di una porzione specifica dei contributi destinati ai cosiddetti ‘premi genetici’.
Questa decisione sottolinea la crescente importanza dell’integrazione del diritto nazionale con le direttive europee in materia di aiuti di Stato, soprattutto in settori sensibili come l’agricoltura.
Parallelamente, la Corte ha ritenuto che una quota di 1 milione e 66 mila euro possa essere inquadrata all’interno del regime “de minimis”, che consente l’erogazione di aiuti limitati senza richiedere l’autorizzazione preventiva della Commissione.
Inoltre, un ulteriore importo di 60.652 euro è stato ricondotto alla copertura di un regolamento europeo che esonera spese relative all’organizzazione di eventi zootecnici.
Di conseguenza, l’istanza della procura contabile è stata respinta per una somma di 1 milione e 127 mila euro, un significativo ridimensionamento delle pretese iniziali.
La vicenda ha implicazioni giuridiche e politiche rilevanti, con un coinvolgimento diretto di figure istituzionali di spicco.
La procura della giustizia contabile aveva infatti deferito a giudizio 16 persone, tra cui l’attuale presidente della Regione, Renzo Testolin, il presidente del Consiglio regionale, Stefano Aggravi, la senatrice Nicoletta Spelgatti, il vicepresidente della Regione e assessore, Luigi Bertschy, e l’assessore al bilancio, Mauro Baccega.
Tutti questi soggetti erano membri delle Giunte regionali che, nel 2018, avevano formalmente approvato gli aiuti contestati.
L’esito del procedimento, ora pendente in attesa del parere europeo, non solo determinerà l’accertamento o meno di responsabilità in capo agli imputati, ma anche la chiarezza di criteri e procedure per l’erogazione di aiuti di Stato nel settore agricolo, con un impatto potenzialmente significativo sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla conformità del diritto regionale con le normative comunitarie.
La questione solleva interrogativi fondamentali sull’equilibrio tra autonomia regionale e vincoli europei, e sulla necessità di un’interpretazione rigorosa delle normative in materia di aiuti di Stato per evitare distorsioni del mercato interno.





