Un fiume umano ha attraversato le vie di Aosta, sabato, in una vibrante espressione di solidarietà verso la popolazione palestinese e in difesa dei principi di pace e giustizia sociale.
La manifestazione, promossa dalla CGIL e con l’adesione del sindacato autonomista SAVT, ha visto la partecipazione di circa 1500 persone, un segnale tangibile della crescente preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza e per le disuguaglianze che affliggono il mondo del lavoro.
L’iniziativa, che si inserisce nel contesto più ampio dello sciopero generale, ha visto un’ampia mobilitazione settoriale.
I dati preliminari resi noti dalla CGIL rivelano un’adesione significativa: dal 8% nel settore sanitario al 15% nell’ambito universitario e commerciale, fino a picchi impressionanti del 50% nelle scuole e del 95% nella biblioteca regionale.
I metalmeccanici e gli edili, con adesioni rispettivamente tra il 25-30% e il 20%, hanno contribuito in maniera decisiva a questo successo.
La Società di servizi ha registrato un’adesione del 30%, mentre i trasporti e il turismo hanno visto una partecipazione del 10%.
La segretaria generale della CGIL Valle d’Aosta, Vilma Gaillard, ha lanciato una critica diretta alla premier Meloni, accusandola di ignoranza e mancanza di rispetto verso i lavoratori.
Ha sottolineato come la rivendicazione della pace non sia un elemento marginale, bensì un imperativo etico che trascende le dinamiche del mondo del lavoro.
Claudio Albertinelli, segretario generale del SAVT, ha ribadito la stessa convinzione, evidenziando la necessità di una visione più ampia che includa la difesa dei diritti umani e la promozione della pace.
La manifestazione, inizialmente autorizzata come presidio, si è poi evoluta in un corteo che ha temporaneamente interrotto il traffico in alcune vie cittadine, un gesto simbolico per attirare l’attenzione sulla gravità della situazione a Gaza.
Un gruppo di studenti, in segno di autonomia e passione, si è distaccato dal corteo principale per raggiungere la sede della Regione, unendosi a un numero crescente di manifestanti.
Il grido unanime “Palestina libera dal fiume al mare!” ha risuonato in piazza Deffeyes, esprimendo un desiderio di giustizia e autodeterminazione.
Nonostante i tentativi dei dirigenti CGIL di contenere il tono, alcuni partecipanti hanno espresso disappunto verso la politica governativa attraverso slogan polemici rivolti alla premier, a Tajani e a Salvini.
La manifestazione si è conclusa in piazza Chanoux, di fronte al municipio, lasciando un segno tangibile di impegno e solidarietà.
L’evento ha rappresentato non solo una protesta, ma un richiamo a una responsabilità collettiva nel perseguire la pace e la giustizia sociale, ricordando che la difesa dei diritti umani è un dovere che trascende i confini nazionali.