La recente sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un monito e una vittoria per i diritti civili e per il principio di inclusione, confermando l’importanza cruciale di iniziative come l’Aosta Pride come pilastri della promozione culturale e del contrasto alle discriminazioni.
L’azione della Lega Valle d’Aosta, tesa a negare il patrocinio pubblico ad un evento pacifico e inclusivo organizzato da Arcigay, si rivela dunque fallace e, soprattutto, rivelatrice di una visione restrittiva e potenzialmente antidemocratica del ruolo delle istituzioni.
Questa vicenda trascende la mera questione del finanziamento di una manifestazione.
Essa incarna una sfida più ampia, quella di affermare la pari dignità di tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.
Negare un sostegno pubblico a un evento che celebra la diversità significa, implicitamente, relegare una parte della comunità sociale a un ruolo marginale, sminuendo le loro esperienze e le loro aspirazioni.
La decisione del Consiglio di Stato non è solo un atto di giustizia nei confronti di Arcigay Queer Vda e del Comitato Aosta Pride, ma un richiamo all’importanza di garantire che le istituzioni pubbliche siano al servizio di tutti i cittadini, senza discriminazioni.
Il riconoscimento di queste iniziative è un segnale tangibile di civiltà, un impegno concreto a difendere i principi costituzionali di uguaglianza e libertà, principi che costituiscono il fondamento stesso della nostra convivenza democratica.
L’impegno di Arcigay, guidato dal segretario generale Gabriele Piazzoni, e di Arcigay Valle d’Aosta, con il presidente Giulio Gasperini, testimonia una dedizione incrollabile alla difesa dei diritti civili.
La loro azione, rivolta a ottenere pari accesso ai diritti e al rispetto, non è subordinata alle scelte politiche individuali, ma si radica nella convinzione che la giustizia sociale e civile sia un diritto inalienabile, trascendente le divisioni ideologiche.
Un ringraziamento sentito va rivolto agli avvocati Davide Meloni, Alessio Ansermin e Valeria Fadda, il cui impegno professionale e la loro perizia legale hanno avuto un ruolo determinante nella difesa dei diritti di Arcigay, assicurando una vittoria significativa in entrambi i gradi di giudizio.
La loro competenza ha non solo salvaguardato le risorse necessarie per l’organizzazione dell’Aosta Pride, ma ha anche contribuito a rafforzare il messaggio di inclusione e tolleranza che l’evento promuove.
Questa vittoria non è solo un traguardo giuridico, ma un passo avanti verso una società più giusta ed equa per tutti.