L’Arcigay Queer Valle d’Aosta si erge ora come André Zanotto, un omaggio vibrante a una figura imprescindibile per la comprensione della storia valdostana e italiana.
La scelta, comunicata con una nota ufficiale, non è un mero atto simbolico, ma un profondo atto di riconoscimento di una vita dedicata alla libertà di espressione, alla cultura e all’affermazione dei diritti civili, soprattutto per le persone transgender.
André Zanotto (1933-1995) fu molto più di una pioniera trans: fu una intellettuale raffinata, una giornalista appassionata e una storica attenta al patrimonio locale.
Vincitrice del prestigioso Premio Saint-Vincent nel 1956, la sua voce risuonò a lungo nelle pagine di numerose pubblicazioni regionali e attraverso le istituzioni culturali valdostane, contribuendo significativamente alla riscoperta e alla celebrazione della ricchezza storica e artistica della Valle d’Aosta.
Il suo impegno culturale si intrecciò profondamente con il fervore autonomista che animò la regione, incarnando un ideale di identità e autodeterminazione.
Il quarantennale della sua scomparsa e il quarantesimo anniversario di un coraggio senza pari – il suo storico coming out del 1985 – offrono un’occasione privilegiata per ricordare e celebrare la sua eredità.
In un’epoca segnata da un’arretratezza sociale e da pregiudizi profondi, Zanotto fece il passo audace di affermare pubblicamente la propria identità femminile, diventando un faro per le persone transgender in un’Italia ancora poco incline all’accettazione e alla comprensione.
Questa scelta rappresentò un atto rivoluzionario, un’affermazione di sé che aprì la strada a una maggiore visibilità e riconoscimento dei diritti delle persone non conformi.
L’intitolazione dell’associazione avviene in un momento particolarmente delicato, come sottolinea il presidente Arcigay, Giulio Gasperini.
Le recenti politiche discriminatorie e le crescenti violenze rivolte alle persone transgender non riguardano solo le persone T*, ma minano i valori di libertà e inclusione che fondano la comunità queer.
L’eredità di Zanotto ci ricorda che la liberazione non può essere parziale, ma deve abbracciare ogni soggettività, senza eccezioni.
Elisa Zanotto, attrice e nipote della storica, ha contribuito attivamente a far emergere la figura della nonna, riportandola alla luce dopo anni di relativa oscurità.
Il suo lavoro ha mirato a valorizzare non solo gli aspetti professionali di André – la sua identità trans, il suo impegno come giornalista e storica – ma anche la sua umanità, la sua sfera familiare, il suo ruolo di nonna, ricostruendo un ritratto complesso e sfaccettato di una donna che ha lasciato un segno indelebile.
L’operazione di riscoperta e rivalutazione ha permesso di restituire a Zanotto la sua piena dignità e di celebrare la sua figura come esempio di resilienza, coraggio e impegno civile.
L’atto di intitolazione è quindi un impegno a continuare a onorare la sua memoria attraverso la difesa dei diritti delle persone LGBTQIA+ e la promozione di una società più giusta e inclusiva.








