La gestione dell’emergenza epizootica, in particolare in relazione alla decisione di una vaccinazione obbligatoria estesa oltre i confini della zona di sorveglianza stabilita in seguito al focolaio francese, solleva interrogativi cruciali sulla coerenza delle strategie regionali e sulla trasparenza nei confronti delle comunità agricole.
La scelta della Giunta regionale, divergente da approcci più prudenti adottati dal Piemonte – che predilige la vaccinazione solo in situazioni di comprovata necessità e il rientro preventivo del bestiame al di fuori della zona a rischio – appare, a giudizio di Fratelli d’Italia, affrettata e potenzialmente dannosa per il tessuto economico locale.
Questa decisione unilaterale si contrappone, inoltre, a scelte operate in altre regioni, come la Lombardia, dove, nonostante la presenza di un focolaio, si è preferito astenersi da misure di vaccinazione obbligatoria su scala regionale.
Questa disparità di approcci evidenzia una mancanza di uniformità nella gestione dell’emergenza e alimenta preoccupazioni circa l’adeguatezza delle misure adottate.
L’aspetto delle responsabilità economiche che potrebbero gravare sugli allevatori rappresenta un nodo centrale.
È imperativo che la Regione si assuma in modo chiaro e inequivocabile le conseguenze derivanti da questa decisione, fornendo garanzie concrete e informazioni complete sulla situazione.
La trasparenza è fondamentale per ristabilire la fiducia e minimizzare l’impatto negativo sull’attività agricola.
Un ulteriore elemento di discussione riguarda la richiesta di deroga all’abbattimento dell’intero allevamento nel caso di infezione di un singolo capo, formulata all’attenzione del Ministero della Salute.
La questione solleva dubbi sulla competenza a concedere tali deroghe, che, secondo le indicazioni di Fratelli d’Italia, risulterebbe essere attribuita non al Ministero, ma alle autorità sanitarie locali (ASL) operanti in ciascuno Stato membro dell’Unione Europea.
Questo aspetto richiede una chiarificazione immediata per evitare interpretazioni erronee e possibili ritardi nell’adozione di decisioni cruciali.
Infine, il comportamento dell’Assessore all’Agricoltura Carrel, che si è astenuto dalla decisione di Giunta pur manifestando dissenso, desta perplessità.
La mancanza di una presa di posizione netta e la mancata dimissioni, a fronte di un provvedimento potenzialmente dannoso per il settore agricolo di sua diretta competenza, appaiono in contrasto con i principi di correttezza e responsabilità che dovrebbero guidare l’azione politica.
Questa situazione riflette una profonda incrinatura nel consenso interno alla Giunta e solleva interrogativi sulla sua capacità di rappresentare efficacemente gli interessi delle comunità agricole.
La questione della coerenza politica e del rispetto dei ruoli assume quindi una rilevanza cruciale nel contesto di questa emergenza.