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Forte di Bard: 20 Anni di Rinascita e Cultura Alpina

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Il Forte di Bard, sentinella storica alle porte della Valle d’Aosta, celebra un significativo traguardo: vent’anni di attività rinnovata, a coronamento di un decennio di restauro monumentale.

La cerimonia, fissata per il 13 gennaio alle ore 18, segna non solo un anniversario, ma anche la consacrazione di un’opera che ha saputo restituire al territorio un patrimonio di inestimabile valore.

L’intervento di recupero, un’impresa ingegneristica e culturale complessa, ha richiesto un investimento di circa settanta milioni di euro, traducendosi nella trasformazione radicale di un’imponente fortezza ottocentesca.
Lungi dall’essere una semplice riqualificazione, il progetto ha ambito a creare un vero e proprio centro culturale, un luogo di interpretazione e valorizzazione del patrimonio alpino, capace di dialogare con il presente.

Il Forte non è più solo una struttura difensiva, ma un palcoscenico per eventi di respiro internazionale, un museo interattivo che racconta storie di uomini e di montagne, un albergo diffuso che offre un’esperienza di ospitalità unica, immersa nella storia e nella bellezza del paesaggio.
La sua storia è intessuta di stratificazioni temporali.

Le prime tracce di un castello fortificato risalgono all’XI secolo, testimonianza di un’epoca di conflitti e di dominazioni.
Nel corso dei secoli, la struttura è stata modificata e ampliata, riflettendo i mutamenti politici e militari che hanno interessato il territorio.

La sua trasformazione in un forte, come lo conosciamo oggi, avvenne negli anni ’30 dell’Ottocento, sotto la direzione dell’ingegnere Francesco Olivero, che ne delineò il progetto, ispirato ai più moderni principi dell’architettura militare.

Un capitolo cruciale nella sua esistenza è legato alla campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte.
Per agevolare la penetrazione nella pianura padana, l’imperatore ordinò la demolizione della fortezza medievale, un atto distruttivo che segnò un momento di profonda cesura nella storia del luogo.

La ricostruzione, avvenuta decenni dopo, rappresentò un’occasione per reinterpretare il ruolo del Forte, trasformandolo in un simbolo di resilienza e di rinascita.
Ancorato a un passato intenso, il Forte di Bard ha anche ospitato figure chiave della storia italiana.
Camillo Benso di Cavour, giovane ufficiale del Genio Militare, fu confinato a Bard per motivi politici, un episodio che contribuì a plasmare il suo percorso e la sua visione del Risorgimento.

Oggi, gestito dall’Associazione Forte di Bard, presieduta da Ornella Badery e diretta da Luca Bringhen, il Forte continua a evolversi, aprendo nuove prospettive di ricerca e di comunicazione culturale.
La sua vocazione è quella di essere un ponte tra passato e futuro, un luogo di incontro e di scambio, un motore di sviluppo per l’intera comunità montana.

Il ventennale celebra non solo il lavoro compiuto, ma anche la promessa di un futuro ricco di opportunità e di nuove narrazioni.

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