venerdì 3 Ottobre 2025
1.6 C
Aosta

Geenna: la Cassazione al vaglio del caso che scuote la Valle d’Aosta

Il 21 ottobre si aprirà una fase cruciale nel complesso procedimento giudiziario “Geenna”, un’indagine che ha gettato luce sulle intricate relazioni tra la criminalità organizzata calabrese e il tessuto socio-politico valdostano.

La Corte di Cassazione, con la sua Prima Sezione Penale, si appresta a esaminare i ricorsi presentati dalla difesa di Antonio Raso, ex ristoratore aostano condannato a otto anni di reclusione, dell’ex consigliere comunale Nicola Prettico e di Alessandro Giachino, entrambi accusati di aver fatto parte di un’associazione di tipo mafioso e condannati a sei anni e otto mesi di detenzione.
Il caso Geenna, che ha scosso la Valle d’Aosta, ha visto una prima sentenza d’appello confermare alcune condanne, per poi essere oggetto di un ulteriore grado di giudizio, l’appello-bis, a seguito di un annullamento con rinvio disposto dalla stessa Cassazione nel gennaio 2023.
Quest’ultimo intervento della Suprema Corte aveva evidenziato delle carenze motivazionali nella precedente sentenza, impadronendosi di una necessità imperativa di approfondimento e chiarimento.
Parallelamente all’esame dei ricorsi presentati dai difensori degli imputati, la Corte si occuperà anche dell’impugnazione presentata dalla Procura Generale riguardante l’assoluzione di Monica Carcea, ex assessora comunale di Saint-Pierre, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa.
L’assoluzione, ritenuta inammissibile dalla Procura, apre un nuovo fronte di discussione e rappresenta un elemento di potenziale innesco per l’evoluzione complessiva del caso.

La sentenza d’appello del 30 settembre 2024 aveva, inoltre, stabilito un risarcimento danni a carico di Raso, Prettico e Giachino, quantificato in un importo complessivo di 75.000 euro da corrispondere in solido a favore della Regione Valle d’Aosta (30.000 euro), del Comune di Aosta (20.000 euro), del Comune di Saint-Pierre (5.000 euro) e dell’associazione Libera (5.000 euro).

Questo aspetto, legato alla responsabilità civile derivante dalle azioni imputate agli accusati, rappresenta un ulteriore elemento di interesse nel dibattito giudiziario.

L’intera vicenda Geenna trascende la semplice constatazione di un’infiltrazione mafiosa nel territorio valdostano.
Essa solleva interrogativi cruciali sulla natura dei rapporti tra potere politico, amministrazione pubblica e criminalità organizzata, evidenziando come strutture consolidate possano, in determinate circostanze, agevolare e proteggere attività illecite.

L’udienza alla Cassazione si preannuncia quindi non solo come un momento decisivo per gli imputati e per Monica Carcea, ma anche come un’occasione per il Paese di riflettere sulla fragilità delle istituzioni e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e trasparenza, al fine di preservare l’integrità del sistema democratico e contrastare efficacemente le infiltrazioni mafiose in ogni suo aspetto.

La difesa, in tutti i gradi di giudizio, ha sempre invocato l’innocenza dei propri assistiti, un punto che la Corte dovrà valutare attentamente alla luce degli elementi probatori raccolti durante l’indagine e nei diversi gradi di giudizio.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -