L’imponente figura di Giano Bifronte, divinità primordiale del pantheon romano e custode dei confini, si materializza su un murale che abbellisce la scuola elementare Giovanni Pezzoli, in occasione del duplice traguardo dei 2050 anni dalla fondazione di Aosta e del progetto culturale “Aostae 2025”.
L’opera, firmata dall’artista Ozmo, alias Gionata Gesi, figura di spicco nel panorama italiano della street art e riconosciuto a livello internazionale per la sua originalità e maestria, non è mera decorazione, ma un’immersione visiva nel cuore della storia.
L’intervento artistico, promosso dall’amministrazione comunale, si colloca in una posizione strategica: via Parigi 137, lungo la statale 26, che si sovrappone al percorso tracciato dalla Via delle Gallie, l’antica arteria che collegava Aosta al resto dell’Impero Romano.
Questa scelta non è casuale, ma simboleggia la continuità tra passato e presente, tra le radici profonde della città e la sua evoluzione nel tempo.
Giano, con i suoi due volti rivolti in direzioni opposte, incarna perfettamente questo concetto: è il dio dei passaggi, delle transizioni, dell’apertura verso il futuro senza dimenticare le origini.
L’assessore alla cultura, Samuele Tedesco, descrive l’iniziativa come un’occasione per “svelare un volto antico e nuovo di Aosta”, trasformando muri percepiti come barriere in “portali” che conducono alla scoperta di storie condivise.
Il murale su via Parigi è dunque il primo tassello di un percorso più ampio, che culminerà con la realizzazione di un secondo intervento artistico presso la scuola Cerlogne, in corso Saint Martin de Corléans.
Quest’opera sarà dedicata alla stele antropomorfa, reperto archeologico risalente al terzo millennio a.
C.
e conservato nel MegaMuseo.
La scelta di rappresentare la stele antropomorfa non è solo un omaggio al patrimonio archeologico locale, ma anche un tentativo di creare un ponte tra le diverse epoche storiche.
L’obiettivo è quello di avvicinare i bambini contemporanei alle radici preistoriche della città, stimolando la loro curiosità e promuovendo un senso di appartenenza al territorio.
La stele, simbolo di una civiltà lontana, diventerà così un anello di connessione tra il passato remoto e il presente, aprendo uno spiraglio sulle origini della nostra identità culturale.
L’arte, in questo contesto, si erge a strumento di dialogo intergenerazionale e di trasmissione del sapere, contribuendo a costruire un futuro consapevole delle proprie radici.






