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Aosta

Gignod: Esclusione Lista Farcoz, Tecnicismo o Assalto alla Democrazia?

La vicenda elettorale a Gignod si configura come un episodio emblematico delle complessità procedurali che innescano tensioni nella governance locale.

La lista “Vivre Gignod”, guidata dalla sindaca uscente Gabriella Farcoz, si trova a fronteggiare una decisione della Commissione elettorale circondariale che ne ha sancito l’esclusione dalle prossime elezioni comunali, una situazione che, analogamente a quanto accaduto a Oyace, potrebbe portare all’istituzione di un commissario prefettizio in attesa di nuove elezioni.

La motivazione, apparentemente marginale, risiede in una formalità legata alla presentazione dei fogli di raccolta firme: l’assenza di rilegatura, pur in presenza di autenticazione, ha determinato la decisione della Commissione.
Questa apparentemente insignificante omissione solleva interrogativi più ampi sulla rigidità dell’applicazione delle norme elettorali e sul suo impatto sulla capacità di espressione democratica delle comunità locali.
Gabriella Farcoz, con un appello al senso di responsabilità e alla lungimiranza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), sottolinea l’assurdità di una decisione che, di fatto, negherebbe agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti per un tecnicismo formale.

Il ricorso alla giustizia amministrativa si pone quindi come l’ultimo baluardo per difendere il diritto alla partecipazione politica e per evitare l’intervento di un commissario, figura estranea alle dinamiche comunitarie.
La vicenda mette in luce una problematica più generale: la dicotomia tra l’esigenza di garantire la correttezza formale delle procedure elettorali e la necessità di preservare la continuità amministrativa e la volontà popolare.

L’esperimento di un ricorso istruttorio, precedentemente presentato dalla sindaca, si è rivelato infruttuoso a causa di una presunta lacuna giurisprudenziale.

Questo episodio suggerisce una possibile rigidità interpretativa delle norme elettorali, che non sempre tiene conto delle peculiarità dei contesti locali e delle intenzioni dichiarate dei candidati.
L’esclusione di “Vivre Gignod” non è solo una questione di conformità formale, ma incide direttamente sulla capacità di autogoverno del comune, generando incertezza e potenziale disaffezione nei confronti delle istituzioni.
La vicenda, pertanto, si configura come un banco di prova per la giustizia amministrativa, chiamata a valutare se l’applicazione pedissequa delle regole elettorali possa prevalere sul principio fondamentale della partecipazione democratica e sulla tutela del bene comune.
La decisione del TAR sarà determinante per definire i contorni del rapporto tra amministrazione pubblica e cittadinanza, tra formalità procedurali e reale espressione della volontà popolare.

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