L’inchiesta in corso nella Valle d’Aosta, che coinvolge ventitré dirigenti sanitari, solleva interrogativi complessi sull’integrità dei processi decisionali e sulla gestione delle risorse pubbliche nel sistema sanitario regionale.
La procura regionale della Corte dei Conti ha quantificato in oltre due milioni di euro il danno erariale presunto, legato alla nomina, risalente al 2008, del primario di chirurgia vascolare dell’Ospedale Parini di Aosta.
Il fulcro della vicenda ruota attorno alla presentazione, da parte del professionista in questione, Flavio Peinetti, di un titolo di formazione manageriale che, a seguito di verifiche, si è rivelato inesistente.
Questa irregolarità, apparentemente circoscritta a un singolo documento, si configura come un elemento critico che ha innescato una catena di conseguenze, portando alla contestazione di responsabilità a un numero significativo di figure apicali della sanità valdostana degli ultimi quindici anni.
L’indagine, avviata a seguito di una denuncia presentata lo scorso novembre e condotta dai carabinieri, non si limita a ricostruire la dinamica della nomina.
Essa mira ad accertare se, a valle dell’irregolarità iniziale, siano stati compiuti ulteriori atti amministrativi viziati, o se si siano protratti incarichi direttivi in capo al professionista in questione, in assenza dei requisiti di legge.
Si pone, quindi, la questione della responsabilità collettiva e del controllo interno all’interno della struttura sanitaria.
Il danno erariale presunto, di ingente entità, riflette non solo i costi diretti sostenuti per retribuzioni e benefici percepiti dal primario, ma anche i potenziali danni indiretti derivanti da una gestione compromessa, un’eventuale riduzione della qualità dei servizi offerti e una compromissione della fiducia dei cittadini nel sistema sanitario pubblico.
La richiesta di deduzione, notificata ai soggetti indagati, rappresenta una fase cruciale del procedimento, durante la quale questi ultimi avranno la possibilità di presentare memorie difensive e di contestare le accuse.
La vicenda, ora all’attenzione della procura regionale, sottolinea l’importanza di rigorosi controlli, trasparenza e accountability nella gestione delle risorse pubbliche, soprattutto in un settore delicato come quello della sanità, dove l’operato delle istituzioni impatta direttamente sulla salute e sul benessere della collettività.
L’inchiesta si preannuncia pertanto un momento di riflessione profonda per l’intera regione, con implicazioni potenzialmente significative per il futuro del sistema sanitario valdostano.








