La vicenda giudiziaria relativa all’incidente sul lavoro del 30 luglio dello scorso anno, che ha visto quattro operai coinvolti in gravi lesioni presso il cantiere per l’ampliamento del prosciuttificio di Saint-Rhémy-en-Bosses, si evolve con la decisione del giudice di disporre una fase di “messa alla prova” per i due imputati e il rinvio dell’udienza al 5 febbraio.
Questa fase preliminare, cruciale nel delineare le responsabilità e le possibili attenuanti, sospende temporaneamente il processo, permettendo un’analisi più approfondita dei comportamenti e delle azioni dei soggetti coinvolti.
Al centro dell’attenzione giudiziaria si trovano Camillo Dujany, responsabile della sicurezza del cantiere, assistito dagli avvocati Corrado Bellora e Adriano Consol, e Matteo Scalzo, titolare della ditta appaltatrice, difeso da Orlando Navarra.
L’accusa, avanzata dalla Procura, contesta a entrambi i soggetti imputazione di lesioni personali colpose, aggravata dalla violazione delle norme in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro, un aspetto di primaria importanza data la specificità normativa e la severità delle sanzioni previste.
La ricostruzione degli eventi, basata su indagini preliminari e testimonianze, suggerisce una dinamica complessa e potenzialmente legata a una concatenazione di fattori.
La squadra di operai era impegnata nella posa di travi prefabbricate destinate alla soletta del nuovo edificio.
Secondo le prime evidenze, una delle travi ha subito un’anomalia, ruotando in modo inatteso, causando la caduta degli operai.
Questo evento solleva interrogativi cruciali sulla corretta movimentazione dei materiali, la stabilità delle strutture temporanee e l’adeguatezza dei sistemi di sicurezza in uso.
La decisione di disporre la “messa alla prova” è significativa.
Questo provvedimento implica che il giudice ritenga necessario valutare, attraverso un’osservazione diretta e un’analisi dettagliata, la capacità degli imputati di dimostrare un reale pentimento, un impegno concreto verso il miglioramento delle pratiche di sicurezza e un’effettiva volontà di riparare i danni causati.
Questa fase, oltre a fornire elementi utili per la determinazione della pena, potrebbe anche portare alla luce lacune procedurali o organizzative che hanno contribuito all’evento, con implicazioni potenzialmente estese alla responsabilità di altri soggetti coinvolti nella gestione del cantiere, quali committenti, progettisti e verificatori.
L’attenzione ora è rivolta alla valutazione di come questi due attori, il responsabile della sicurezza e l’imprenditore, affrontino questa fase cruciale, con l’obiettivo di comprendere a fondo le cause dell’incidente e le possibili misure correttive da adottare per prevenire eventi simili in futuro, garantendo la salvaguardia della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori.