L’esecutivo regionale, attraverso una decisione controversa assunta dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio con un voto di maggioranza (3 a favore contro 2 contrari), ha optato per un’interpretazione della normativa sui limiti di mandato, piuttosto che per la sua rigorosa applicazione letterale.
Questa scelta, che solleva interrogativi di natura costituzionale e interpretativa, prevede il coinvolgimento di un esperto di diritto costituzionale, incaricato di fornire elementi utili a orientare l’interpretazione stessa.
L’obiettivo implicito sembra essere quello di superare i vincoli testuali imposti dalla legge, aprendo la strada a possibili deroghe.
La decisione, percepita come una manipolazione delle norme regionali per garantire l’esito desiderato dalla coalizione di governo, ha suscitato profonda preoccupazione in Alleanza Verdi e Sinistra-Rete Civica.
L’azione è interpretata come un precedente pericoloso, che mina l’autonomia e la prevedibilità delle leggi regionali, aprendo la porta a successive rimesse in discussione di atti normativi.
Nonostante la manovra interpretativa, la questione relativa all’incompatibilità di Testolin e Bertschy per un ulteriore incarico nella Giunta regionale rimane centrale.
Il movimento Alleanza Verdi e Sinistra-Rete Civica ribadisce con fermezza l’intenzione di contestare eventuali nomine che violino i limiti di mandato, preannunciando un’azione giudiziaria qualora tali nomine vengano effettuate.
La vicenda trascende la mera questione individuale dei due esponenti, configurandosi come una sfida al principio di legalità e alla trasparenza dell’azione amministrativa.
Essa riapre un dibattito più ampio sulla natura del potere interpretativo e sui limiti che dovrebbero essere imposti alla sua applicazione, soprattutto in contesti in cui la maggioranza parlamentare detiene un ampio margine di manovra.
La decisione odierna, pertanto, potrebbe avere ripercussioni significative sull’equilibrio dei poteri all’interno della Regione e sulla percezione di correttezza del processo decisionale da parte dei cittadini.
L’azione di contestazione promessa dal movimento, inoltre, potrebbe innescare un confronto istituzionale di ampia portata, con implicazioni per il futuro della governance regionale.