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Monte Bianco: respinto l’appello, indagine sulle irregolarità confermata

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Il Tribunale del Riesame di Torino ha respinto l’impugnazione presentata dalla Procura di Aosta, confermando l’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) che aveva precedentemente negato l’adozione di misure cautelari nei confronti di sette individui coinvolti in un’indagine complessa riguardante presunte irregolarità nell’affidamento e nell’esecuzione dei lavori relativi alla galleria di Entrèves e al traforo del Monte Bianco, infrastrutture cruciali per la mobilità alpina.

L’inchiesta, che ha scosso la comunità valdostana e l’industria delle costruzioni, coinvolge figure con ruoli diversificati: Oreste Pizzetti, figura apicale con esperienza nella società italiana trafori del Monte Bianco (Sitmb), rappresenta l’elemento interno, mentre la famiglia Liporace, imprenditori edili con sede a Courmayeur e Cosenza, incarna il volto dell’appalto.

A loro si aggiungono Antonella e Bruno Bortone, amministratori della società Ng Strade srl, provenienti dalla provincia di Caserta, e Massimiliano Opramolla, con sede a Sesto San Giovanni.
La Procura, inizialmente determinata a ottenere misure restrittive per tutti gli indagati, ha successivamente manifestato una revisione strategica, rinunciando a perseguire sei delle sette posizioni, un elemento che ha ulteriormente segnato il percorso del caso.

Le accuse formulate, che spaziano dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio al riciclaggio di capitali, passando per la divulgazione di segreti d’ufficio e reati tributari, delineano un quadro di presunte illecite commistioni tra poteri pubblici e interessi privati.

La richiesta di misure cautelari, che includevano l’applicazione degli arresti domiciliari e misure interdittive, riflette la gravità percepita dalle autorità inquirenti, ma è stata giudicata infondata dal GIP, la cui decisione è stata ora confermata dal Tribunale del Riesame.

Le indagini, condotte con il contributo dei Carabinieri, non si limitano all’appalto principale della galleria, ma si estendono anche all’affidamento di lavori di manutenzione relativi a una piazzola di sosta per mezzi pesanti, evidenziando una presunta sistematizzazione di comportamenti illeciti.
L’ampiezza delle accuse e la complessità delle relazioni tra i soggetti coinvolti suggeriscono una rete di rapporti economici e di potere che necessita di un’analisi approfondita.

La Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco (Stmb), guidata dalla presidente Emily Rini, ha espresso la volontà di costituirsi parte civile nel procedimento, sottolineando l’interesse diretto dell’azienda a tutelare la propria immagine e a garantire la trasparenza delle operazioni.

Questa decisione sottolinea l’impatto che l’inchiesta ha sulla reputazione dell’azienda e sull’importanza di accertare la verità dei fatti per il futuro delle infrastrutture e per la fiducia dei cittadini.
L’esito del Riesame, sebbene rappresenti una battuta d’arresto per la Procura, non preclude ulteriori sviluppi nell’indagine, che potrebbe portare alla luce nuovi elementi e alla ridefinizione delle responsabilità.

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