Aosta aprirà le sue porte al mondo interiore di Rolando Deval, con la mostra “Rolando Deval.
Grounds”, un’immersione nella cartografia dell’anima che prenderà dimora presso l’Hôtel des États a partire dal 15 novembre.
La curatela di Angela Madesani, affiancata dalla coordinazione di Daria Jorioz, offre al pubblico un’occasione unica per confrontarsi con l’opera di un artista valdostano che, pur radicato nel suo territorio, ha saputo conquistare un’attenzione internazionale grazie alla sua ricerca artistica concettuale e minimalista.
“Grounds” non è una semplice esposizione, ma un viaggio attraverso le “carte” – intese non solo come rappresentazioni grafiche, ma come distillati essenziali di un percorso creativo trentennale.
Si tratta di immagini evocative, che suggeriscono paesaggi interiori e territori inesplorati, frutto di una profonda riflessione sul rapporto tra l’uomo e il mondo che lo circonda.
L’opera di Deval si distingue per la sua dimensione meditativa e metafisica, come sottolinea Madesani, che la descrive come “un’architettura di sottili variazioni, il prodotto di riflessioni estese, un’antitesi a un’era incline alla sintesi e alla semplificazione.
” Le sue “carte” non offrono risposte immediate, ma invitano a una contemplazione lenta e attenta, a una ricerca di significato che spesso si rivela elusiva.
Deval, in questo senso, si presenta come un esploratore, un cartografo di territori interiori, tracciando sentieri attraverso un paesaggio emotivo complesso.
Le sue opere non sono rappresentazioni dirette, ma piuttosto tracce, indizi di un mondo intimo che si confronta con la concretezza della terra, con la sua bellezza, la sua durezza, i suoi silenzi.
La sua ricerca si configura come un atto di resistenza alla superficialità, un invito a riscoprire la ricchezza del dettaglio, la profondità del pensiero.
In un’epoca dominata dalla velocità dell’informazione e dalla tendenza alla semplificazione, l’opera di Deval si erge come un baluardo contro la banalizzazione, un monito a non rinunciare alla complessità, alla capacità di interrogare il reale con spirito critico e spirito di ricerca.
L’artista ci propone un approccio opposto a quello prevalente, un atto di penetrazione, di indagine che mira a cogliere il senso profondo delle cose, anche quando esso si nasconde dietro le apparenze.
La mostra, aperta al pubblico fino al 15 febbraio 2026 con ingresso gratuito, si preannuncia come un’esperienza stimolante per chiunque desideri intraprendere un percorso di riflessione sull’arte, sulla natura e sulla condizione umana.
Un’opportunità per immergersi nel silenzio e nella profondità del paesaggio interiore di un artista che ha saputo trasformare la ricerca in un atto di resistenza creativa.








