Un frammento di Valle d’Aosta si proietta nel cuore del Mediterraneo, con l’elegante silenzio di un libro che narra storie senza parole: “Nido”, opera che animerà l’Ibby Camp Lampedusa, dal 20 al 26 ottobre.
L’evento, rinomato per la sua dedizione alla formazione e alla diffusione della lettura, offrirà una vetrina internazionale a questo innovativo oggetto editoriale, frutto di una collaborazione artistica e sociale profondamente radicata nel territorio aostano.
“Nido” non è semplicemente un libro illustrato.
È l’epilogo tangibile di un percorso di ricerca e riflessione triennale, un’indagine complessa sul significato intimo di “casa”.
Un concetto universale, spesso fragile e precluso, che assume un’urgenza particolare quando si pensa ai flussi migratori e alle esperienze di esilio.
La scelta di Lampedusa come luogo di presentazione non è casuale: l’isola, crocevia di culture e testimone silenziosa di storie di speranza e perdita, con la sua biblioteca ricca di preziosi silent book provenienti da ogni angolo del mondo, incarna la vocazione universale del libro come strumento di connessione e comprensione reciproca.
L’origine di “Nido” affonda le radici di un progetto più ampio, finanziato dal Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie 2021.
Questo intervento mirava a promuovere l’integrazione di donne e dei loro figli, provenienti da Paesi Terzi e residenti in aree urbane caratterizzate da elevata vulnerabilità sociale.
L’iniziativa ha superato la mera assistenza, concentrandosi sull’empowerment di oltre trenta donne, offrendo loro opportunità di crescita personale e professionale.
La serigrafia delle illustrazioni di Carolina Grosa, illustratrice aostana di talento, è stata affidata alle beneficiarie del progetto “Sentirsi a casa” del Comune di Aosta, trasformando l’arte in un mezzo di inclusione e di valorizzazione delle competenze.
“Nido” si configura quindi come un potente atto di narrazione visiva, un libro senza parole che invita alla contemplazione e all’empatia.
Attraverso immagini evocative, l’opera esplora il tema del rifugio, della protezione, del senso di appartenenza, risonando con le esperienze di chi ha dovuto lasciare la propria terra e cercare una nuova dimora.
La sua presentazione a Lampedusa non è solo un riconoscimento del valore artistico dell’opera, ma anche un omaggio all’importanza del dialogo interculturale e alla necessità di costruire ponti di solidarietà e accoglienza nel Mediterraneo.
È un gesto simbolico che celebra la capacità del libro di trascendere i confini geografici e linguistici, diventando uno strumento prezioso per comprendere la complessità del nostro tempo.