La questione del rinnovo degli organi sociali di CVA ha innescato un acceso dibattito all’interno del Consiglio Regionale, sollevando interrogativi cruciali sulla trasparenza e l’equità del processo decisionale. L’invio dell’elenco dei candidati, trasmesso ai soli consiglieri di maggioranza, ha generato una formale richiesta di chiarimenti da parte della consigliera Chiara Minelli, esponente del gruppo Progetto Civico Progressista, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata. La pratica, che coinvolge una società di rilevanza strategica per la regione, rischia di compromettere la percezione di imparzialità e di un corretto esercizio delle prerogative istituzionali.L’azione amministrativa in questione merita un’analisi approfondita alla luce dei principi costituzionali di pluralismo politico e di partecipazione. La condivisione selettiva di informazioni sensibili, come quella relativa alle candidature per incarichi di responsabilità, rischia di creare una frattura nel tessuto rappresentativo, escludendo dall’opportunità di espressione e contributo voci dissenzienti e prospettive alternative. Si pone, infatti, la legittima domanda: quale specifico presupposto normativo o criterio operativo giustifichi una simile disparità di trattamento, in una fase così delicata come quella precedente a decisioni di nomina?La risposta fornita dal Presidente della Regione, Renzo Testolin, pur richiamando l’esigenza di valutare attentamente le candidature e l’onere di nomina demandato al Governo regionale, non ha placato le rimostranze. La consigliera Minelli ha contestato la sostanziale reiterazione di una prassi che, a suo avviso, ignora il ruolo di garante dell’interesse generale che spetta al Presidente, indipendentemente dalla sua appartenenza politica. Un Presidente eletto rappresenta l’intera collettività e, come tale, dovrebbe instaurare un dialogo costruttivo con tutte le forze politiche, al fine di garantire una governance inclusiva e partecipata.La questione non si esaurisce sul piano procedurale, ma tocca anche il tema della responsabilità e della fiducia pubblica. Negli ultimi tre anni, l’operato del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di CVA è stato oggetto di scrutinio e critiche, sollevando dubbi sulla loro capacità di gestire in modo efficiente e trasparente le risorse e gli interessi della collettività. In questo contesto, un processo di nomina opaco e parziale rischia di alimentare ulteriori sospetti e di erodere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.La consigliera Minelli ha sottolineato la necessità di un confronto ampio e aperto con il Consiglio Regionale, affinché possa esprimere un parere informato sulle nomine. Pur riconoscendo la libertà della Giunta di scegliere i candidati ritenuti più idonei, ha insistito sulla necessità di un processo decisionale condiviso, che tenga conto delle diverse sensibilità e prospettive presenti nel Consiglio. La trasparenza, in definitiva, non è solo un obbligo formale, ma un imperativo etico e un fattore cruciale per il rafforzamento della democrazia e della fiducia pubblica. La questione CVA, pertanto, si configura come un banco di prova per la capacità delle istituzioni regionali di incarnare i valori di responsabilità, imparzialità e partecipazione che fondano il patto sociale.
Nomine CVA: Accese polemiche e accuse di mancanza di trasparenza
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