Il Partito Democratico valdostano esprime una seria preoccupazione riguardo alla recente nomina di Renzo Testolin a Presidente della Regione e di Luigi Bertschy a Vicepresidente e Assessore, scelte operate dalla nuova maggioranza regionale.
La decisione, come sottolineato in una dichiarazione ufficiale, solleva interrogativi significativi in merito all’interpretazione e all’applicazione della legge regionale n. 21 del 7 agosto 2007, che disciplina i limiti massimi dei mandati all’interno della Giunta regionale.
L’atto politico compiuto dalla maggioranza appare al PD come una forzatura, una decisione affrettata che compromette i principi cardine di una governance sana e trasparente.
La legge regionale, infatti, è stata concepita con l’obiettivo di favorire un naturale ricambio generazionale, promuovere un equilibrio di poteri e assicurare un elevato standard di qualità democratica per la comunità valdostana.
L’interpretazione adottata dalla maggioranza, che ha permesso la conferma di Testolin e Bertschy, appare deliberatamente orientata a favorire interessi particolari, a scapito di una lettura più cauta e rispettosa della ratio legis.
Il rigetto della pregiudiziale sollevata dall’opposizione in Consiglio Regionale ha confermato questa tendenza, evidenziando la volontà di privilegiare una lettura interpretativa che offrisse la massima convenienza politica, anziché la più corretta e prudente applicazione della norma.
Nonostante la gravità della situazione e la profonda disaffezione nei confronti della scelta operata, il Partito Democratico ha deliberato, a seguito di un’attenta e approfondita riflessione interna, di non aderire al ricorso giudiziario annunciato dall’associazione Avs contro le nomine.
Questa scelta, apparentemente paradossale, riflette una valutazione strategica complessa.
Il PD ritiene che, sebbene la decisione della maggioranza sia politicamente discutibile e potenzialmente lesiva del principio di corretto andamento dell’azione amministrativa, un ricorso giudiziario, in questo contesto specifico, rischierebbe di polarizzare ulteriormente la situazione politica e di non produrre i risultati sperati.
L’assenza di una partecipazione attiva al ricorso non implica, tuttavia, una rinuncia alla vigilanza e alla denuncia delle criticità.
Il Partito Democratico si impegna a monitorare attentamente l’operato della Giunta regionale, a sollevare dubbi interpretativi e a promuovere un dibattito costruttivo finalizzato a rafforzare la trasparenza e l’efficienza dell’azione amministrativa.
La questione sollevata, infatti, pone l’opportunità di un ripensamento più ampio del sistema dei limiti di mandato, al fine di prevenire future situazioni di questo genere e di garantire una governance più equilibrata e partecipativa per la Valle d’Aosta.
Il PD auspica, in definitiva, che questa vicenda possa rappresentare un punto di partenza per una riflessione più ampia sulla qualità della democrazia e sulla necessità di tutelare l’interesse generale al di sopra di logiche partitiche e di convenienze personali.








