Il Numbur Peak, una sentinella di ghiaccio e roccia che si erge imponente nella valle di Rolwaling, in Nepal, ha visto recentemente una conquista che trascende la semplice scalata.
La prima ascensione in stile alpino della parete sud, denominata in gergo alpinistico “Nepali Ice SPA” dal team di scalatori, rappresenta un’impresa di notevole difficoltà tecnica e resistenza fisica, un esempio di come l’alpinismo moderno possa combinare abilità, perseveranza e profonda connessione con l’ambiente montano.
Hervé Barmasse, alpinista valdostano di fama internazionale, affiancato dai suoi compagni d’avventura, il tedesco Felix Berg e il polacco Adam Bielecki, ha guidato l’esplorazione di questa parete inesplorata.
La valutazione della difficoltà, “Estremamente Difficile meno,” non rende giustizia alla complessità del percorso, che si snodava attraverso impetuosi pendii di ghiaccio verticale e intricati passaggi misti, un connubio pericoloso di roccia friabile e ghiaccio instabile.
La scalata, lungi dall’essere una passeggiata, si è rivelata un’odissea in un contesto estremo.
La cordata, spinta dalla volontà di operare in stile alpino, privilegiando la leggerezza e l’immediatezza, si è trovata a dover affrontare condizioni meteorologiche avverse e imprevedibili.
L’impossibilità di stabilire un campo base confortevole, costringendoli a un bivacco improvvisato a 6900 metri, ha amplificato la sfida.
Sostenersi in un ambiente ostile, esposti a temperature glaciali di -25 °C e sferzati da raffiche di vento che superavano i 60 km/h, ha richiesto una resilienza fuori dal comune e una profonda fiducia reciproca.
L’assenza di una tenda e di un sacco a pelo ha imposto un controllo rigoroso delle energie e una gestione accurata del rischio di ipotermia.
La vetta, raggiunta il 19 ottobre, non è stata solo una meta, ma il coronamento di un percorso di tenacia e adattamento, un tributo alla montagna e alla cultura nepalese che la custodisce.
La denominazione “Nepali Ice SPA” suggerisce un’ironia rispetto alla durezza della salita, un modo per condividere con il mondo alpinistico l’intensità e la bellezza di un’esperienza unica, sottolineando al contempo il legame profondo tra la cordata e il popolo Sherpa, custodi di una saggezza millenaria legata alla montagna.
L’impresa rappresenta un nuovo capitolo nell’esplorazione dell’alpinismo nepalese, un invito a cogliere la sfida di vette ancora inesplorate con rispetto e consapevolezza.







